È stato da poco pubblicato il resoconto della Publishers Association britannica relativa ai dati di mercato Uk per l’anno 2016 (che confermano le rilevazioni fatte anche da Nielsen): i dati, molto positivi, confermano una crescita generale del 7%, l’importanza dell’export per l’editoria del Paese e la rilevanza che continua a mantenere il formato cartaceo (un’informazione che ha dato adito a diverse considerazioni su alcune testate, relativamente al fatto che molti dei numeri sul digitale non sarebbero completi).
Il fatturato dell’intero settore editoriale ha toccato la cifra record di 4,8 miliardi di sterline, tenendo conto del settore trade, scolastico, accademico-professionale, delle vendite in formato digitale e anche i ricavi dati dall’export: una crescita, come si diceva, del 7% sul 2015, e la maggior crescita dal 2007.
In questa cifra una parte sicuramente importante gioca l’export: con 2,6 miliardi di sterline, l’esportazione vale per più di metà del fatturato dell’editoria britannica. Un dato importante che però non è così sorprendente, soprattutto riconoscendo l’importanza per il settore editoriale della Gran Bretagna come partner principale, insieme agli USA, di molti Paesi.
Si conferma inoltre il ruolo che hanno le riviste accademiche: si tratta infatti della categoria singola di maggior successo (e anche quella che genera gran parte dei ricavi a partire dall'export, visto che la vendita all’estero rappresenta l’87% dei ricavi del settore); seguiti poi dalla categoria Bambini e ragazzi, dai libri scolastici («si potrebbe dire che, potenzialmente, è un insaziabile desiderio per prodotti scolastici inglesi, dando spinta a investimenti che crescono in Cina, Giappone, Corea del Sud» ha commentato Stephen Lotinga, a capo della Publishers Association) e dai libri di non fiction.
L’Europa rimane l'area che genera la maggior quota nel valore dell'export, con il 35% del totale. Ma il suo valore sta calando: l’anno scorso, infatti, valeva per il 36%, e cinque anni fa per il 39%. Al contrario, il rapporto con il continente asiatico (in particolare l’area del sud-est) è cresciuto fino al 18%, e quello con il Sud America ora vale il 7%.
Per quanto riguarda i formati, invece, il libro cartaceo cresce dell’8%, gli audiolibri di un notevole 28%, mentre gli e-book sono calati del 3%. Ma, come si accennava all’inizio, questo dato ha portato i giornali di settore a riflettere su quante informazioni manchino in queste stime, e quale potrebbe essere l’effettiva portata del digitale. Philip Jones, scrivendo su «The Bookseller», ad esempio, sottolinea come nelle rilevazioni non siano presenti siti di vendita e pubblicazione di e-book britannici (e non solo) come Bookouture, Amazon Publishing, Head of Zeus e gli autori autopubblicati, e di come incorporando questi valori il rapporto carta-digitale cambierebbe in misura significativa (e ridurrebbero la portata del ritorno alla crescita della carta). Porter Anderson, su «Publishing Perspectives», va oltre e sottolinea come i report della Publishers Association dovrebbero sottolineare in maniera più chiara «le proprie limitazioni e le zone cieche».
Indubbiamente, la scarsità di dati certi sull’effettiva portata del commercio librario online potrebbe portare a valutazioni di mercato errate (con tutto quel che ne consegue). Ma, come conclude sempre Philip Jones: «con un mercato del valore di 4,8 miliardi, penso che siamo abbastanza grandi e coraggiosi da creare una missione per esaminare questi nuovi mondi». E capire quanto si è effettivamente sviluppato il mercato digitale in Gran Bretagna, che è senz’altro uno dei Paesi in cui più al mondo si legge in questo formato, potrebbe essere un punto di partenza per sviluppare e portare avanti approfondimenti di questo tipo anche nel resto del mondo.
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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