C’è un futuro per le guide turistiche ai tempi dell’Intelligenza Artificiale. Anzi, ce n’è più di uno, ma tutti, in questo momento, paiono gravitare intorno agli incroci con la letteratura.
Ediciclo, la casa editrice nata nel 1987 per pubblicare libri dedicati al cicloturismo e che poi ha allargato di molto il suo campo d’interesse – prima di tutto nel mondo del trekking e delle camminate, ma non solo – ha lanciato in queste settimane Bon Voyage, una nuova collana presentata come un ibrido tra guida e romanzo: «Guide che si divorano come romanzi, romanzi utili come guide», spiega l’editore. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’editore italiano e l’editore francese L’arbre qui marche e prevede anche una pubblicazione in spagnolo. Il primo titolo che esce in italiano il 3 ottobre è Tokyo, di Emily Itami. L’idea è quella di riunire, in un unico libro, un testo letterario sotto le duecento pagine di un autore o un'autrice che vive, ha vissuto, o ha un legame particolare con il luogo raccontato, cinque itinerari corredati da una mappa e QR code che rimanda alla mappa digitale, un’infografica originale con dati e curiosità del luogo.
«Bon Voyage – spiega l’editore – è pensata per chi non ha mai visitato una città e vuole prepararsi a viverla con occhi informati, ma anche per chi ci è già stato e desidera ritrovare luoghi e sensazioni. È la collana per chi vuole andare oltre le attrazioni da cartolina e scoprire il carattere autentico di un luogo: la cultura quotidiana, le storie delle persone, le atmosfere dei quartieri. Un invito a dedicare tempo a ciò che conta davvero, arricchendosi di conoscenze su storia, tradizioni e curiosità locali».
L’esperimento, per quanto originale, non cade su un terreno ancora vergine, anzi, e in Italia sono soprattutto i piccoli editori quelli che più si sono contraddistinti nel tentativo di allargare il genere editoriale della guida dando a questo nuove gambe su cui camminare.
Pioniere, in questo senso, è stato in Italia Giulio Perrone Editore con la collana Passaggi di dogana, nata nel 2012 con il primo volume, A Lisbona con Tabucchi, scritto da Lorenzo Pini. L’idea, semplice e molto ben definita, è quella di raccontare una città – ma negli anni la collana ha un po’ allargato il suo perimetro a luoghi diversi dalle città – attraverso gli occhi di uno scrittore o una scrittrice, musicista o artista in genere, a questa molto legato. La collana, per cui hanno scritto molti giovani giornalisti e giornaliste, autori e autrici, ha avuto un successo tale che oggi conta una ottantina di titoli, l’ultimo uscito a settembre e dedicato alla Sicilia di Andrea Camilleri.
«Un’idea in continua evoluzione che sta portando alla collaborazione con festival, associazioni e aziende che operano nel campo del viaggio con l’obiettivo di permettere ai lettori e alle lettrici di vivere un’esperienza sempre più completa e profonda» spiega l’editore con una frase che, come fa Ediciclo, richiama in qualche modo alle riflessioni sul turismo moderno, sui guasti dell’overtourism, sul desiderio di fette di pubblico sempre più ampio di percorrere strade diverse.
Certo è che il movimento verso altri tipi di prodotti editoriali che non esaurissero la guida nella descrizione delle principali attrazioni turistiche e nei suggerimenti sui migliori locali dove bere o mangiare è in qualche modo obbligata: prima sono arrivate le app dedicate alle valutazioni e alla prenotazione di alberghi, case, ristoranti, locali a erodere in parte questo mercato. Dopo la crisi della pandemia, è arrivata l'Intelligenza Artificiale. Nel 2023 il New York Times ha dedicato un ampio servizio all’invasione, su Amazon, delle guide posticce, costruite con l’IA, un fenomeno che ha avuto un riscontro, anche se minore, anche in Italia: prodotti il più delle volte inaccurati, quando non proprio falsi, pieni di stereotipi e descrizioni generiche. A due anni di distanza di questo fenomeno si parla meno ma, d’altra parte, si parla invece in maniera sempre più convincente di guide turistiche virtuali.
È interessante notare come la scelta degli editori, di fronte a un cambiamento così rapido, di rispondere con prodotti che facessero della cura editoriale, della letterarietà, della personalizzazione del linguaggio una possibile via d’uscita si sia dimostrata in diversi casi vincente. Da citare a tal proposito Passenger, la rivista-libro di Iperborea lanciata nel 2018 e che ha superato le trenta uscite, puntando su una veste editoriale molto elegante, grandi firme, infografiche dettagliate per raccontare città e luoghi esplorati fuori dagli stereotipi turistici, con un giornalismo d’autore di alto livello: «Un libro-magazine che raccoglie long read, inchieste, reportage letterari e saggi narrativi che formano il racconto della vita di un luogo e dei suoi abitanti per capirne la cultura, i processi, le nuove identità, i discorsi, le questioni, i problemi, le ferite. Frammenti che insieme ne compongono il ritratto».
Nel 2023 il Touring Club Italiano ha invece proposto la rivista-libro Mappe, oggi alla sua sesta uscita, dove l’esplorazione non riguarda più un luogo, ma un tema: «Il libro con la scansione di una rivista e la rivista con l’eleganza di un libro che, ogni tre mesi, disegna territori immaginari intorno a un tema diverso, così da mescolare generi e linguaggi, esattamente come quelli che incontra il viaggiatore ad ogni sua partenza», così spiegava l’editore in occasione della prima uscita, con scritti di Pietro Del Soldà, Pietro Zanini, Paolo Paci, Michele Masneri, Andrea Marcolongo.
Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.
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