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Mercato

L'editoria digitale in Francia secondo Kpmg

di Alessandra Rotondo notizia del 17 ottobre 2017

Kpmg ha condiviso i risultati della quarta edizione del Baromètre 2017 de l’offre de livres numériques, un’indagine che fotografa lo stato della pubblicazione digitale in Francia attraverso l’analisi di 81 questionari sottoposti ad altrettanti editori: 73 indipendenti e 8 gruppi di diverse dimensioni e settori di appartenenza (escluso quello giuridico).

L’indagine è stata condotta tra marzo e giugno 2017 e mostra, nel complesso, una maggiore disponibilità degli editori a prevedere un’offerta di e-book all’interno dei loro cataloghi. Certo, il libro elettronico non si è sviluppato con la dirompenza che ci si attendeva qualche anno fa: ma la sua crescita, benché cauta, continua.



In particolare, nel 2017 sono 7 su 10 gli editori che dichiarano di avere almeno una pubblicazione digitale in catalogo (e-book, app o altre manifestazioni): 69% contro il 62% del 2014. E dopo il picco del 2012 (29%) e il crollo dell’anno successivo (5%) torna anche lentamente a crescere la percentuale di quanti hanno intenzione di lanciarsi in un progetto digitale nel medio e nel lungo periodo (8%). Ad aumentare, però, sono soprattutto gli indecisi, che rappresentano oggi un quarto degli editori intervistati.



La ricchezza del catalogo digitale passa soprattutto per le novità: in media, è l’80% dei nuovi titoli a nascere (anche o solo) in formato elettronico. Naturalmente con differenze che emergono significativamente in base al genere: dall’85,1% di narrativa e saggi al 50% delle guide di viaggio.

Tra le ragioni che spingono gli editori a puntare sul digitale, troneggia il desiderio di raggiungere nuovi lettori, indicato dal 40% degli intervistati come il motivo principale che giustifica la produzione di e-book. Cambia, rispetto al 2014, la composizione delle motivazioni: significativa la crescita di 11 punti della percentuale di chi sceglie di dedicarsi al digitale per ragioni economiche. Attualmente, la seconda ragione a spingere gli editori verso l’e-book.




Sul fronte delle vendite, le prestazioni variano abbastanza da editore a editore. Per un terzo degli intervistati, i libri elettronici rappresentano il 2-3% del fatturato complessivo. Restringendo l’analisi ai gruppi, sono 9 su 10 a dichiarare che la quota del fatturato coperta dal digitale è compresa tra il 2 e il 10% del totale: il 46%, in particolare, si colloca nella fascia 2-3%, un ulteriore 26% in quella 5-10%. Molto più frastagliato il prospetto degli editori indipendenti.



Per quanto riguarda i modelli di commercializzazione, a vincere è la vendita attraverso il distributore digitale (71%). In calo, rispetto al 2016, la scelta di concludere accordi direttamente con i gradi operatori internazionali come Amazon, Apple e Google. In lieve crescita la propensione alla vendita diretta sul sito dell'editore.

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L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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