La Federation of European Publishers ha pubblicato i
dati del mercato editoriale nel 2016, ottenuti a partire dai report dei singoli Paesi aderenti. La FEP rappresenta oggi
29 associazioni nazionali di editori appartenenti ai Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo. I risultati si riferiscono al
fatturato netto degli editori, ovvero ai ricavi complessivi derivanti dalle vendite, e permettono di fare un confronto con le performance del settore
Secondo le stime della FEP, il fatturato complessivo nei Paesi aderenti nel 2016 è risultato pari a
22,3 miliardi di euro: un risultato pressoché analogo a quello del 2015, ma in realtà sottostimato a causa degli effetti del tasso di cambio legati all’
indebolimento della sterlina britannica. Nel 2016 infatti tutti i principali mercati del libro europei hanno segnato risultati positivi, compreso il Regno Unito, ma –
secondo le stime di «The Bookseller» – il fatturato ottenuto dalla conversione dalla sterlina all’euro risulta inferiore di circa mezzo miliardo di euro rispetto a quello che si sarebbe ottenuto se la sterlina avesse mantenuto lo stesso valore dell’anno scorso.
Il valore del mercato editoriale totale dei Paesi della FEP è stato stimato in
36-38 miliardi di euro.
In crescita significativa il numero di titoli pubblicati: 590 mila nel 2016, contro i 575 mila nel 2015 (+2,6%) e i 545 mila dell’anno precedente. In totale si stima che i titoli in catalogo siano circa 22,5 milioni (erano 22 milioni nel 2015), di cui più di 4 milioni in formato digitale. Un risultato che risente anche dei processi in atto nelle principali editorie: dalla sempre maggiore spinta alla digitalizzazione della coda lunga dei cataloghi da parte degli editori, alla crescita dei servizi di print on demand e dei titoli self published (in quest’ultimo caso, soprattutto in Uk). I Paesi con il maggior numero di titoli in catalogo sono il Regno Unito, la Germania, l’Italia, la Francia e la Spagna.
Analizzando i trend di lungo periodo, possiamo osservare che fino al 2007 si era in presenza di una crescita sia in termini di fatturato che di numero di titoli pubblicati. Nel 2008 il numero di titoli ha continuato a crescere mentre il turnover degli editori si è mantenuto praticamente costante. Il 2009 ha visto una riduzione sia dei fatturati che del numero di titoli realizzati dalle case editrici, mentre nel 2010 si è assistito a una ripresa della crescita (grazie anche a tassi di cambio più favorevoli), in particolare per quanto riguarda le esportazioni. Dal 2011 al 2014 il mercato è complessivamente calato, accompagnato però da una rapida crescita degli e-book e una buona performance delle esportazioni. Il 2015 e il 2016 hanno visto il ritorno al segno positivo, accompagnato dal costante aumento del peso delle esportazioni e dal calo del settore e-book, che rappresenta oggi circa il 6% del mercato totale.
Senza considerare gli effetti del tasso di cambio, il 2016 è stato il secondo anno consecutivo di crescita per le editorie dei Paesi aderenti alla FEP: era dal 2008 – l’anno di inizio della crisi economica – che ciò non accadeva.
I dati evidenziano che l'editoria europea vale oggi tanto quanto quella statunitense: secondo le stime dell'Association of American Publishers, infatti, nel 2016 infatti il fatturato netto degli editori negli Stati Uniti era stato pari a 26,24 miliardi di dollari (circa 22,3 miliardi di euro). Anche dal confronto del numero di titoli pubblicati – 590 mila nel 2016 contro i circa 390 mila titoli pubblicati in media all'anno negli Usa (Fonte: IPA) – risulta chiaro il motivo del grande interesse dei player americani verso il mercato europeo. 
Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.
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