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Mercato

Francia, +12% per il mercato del libro. Il 2021 è stato nel segno del fumetto

di Bruno Giancarli notizia del 5 luglio 2022

Il Syndicat national de l'édition (SNE) ha da poco diffuso i dati consolidati del 2021 in Francia. Com’era facile aspettarsi dopo un 2020 in flessione (-2,4% a valore e -3,1% a copie), il 2021 è cresciuto del 12,4% a valore e del 15,3% a copie, un rimbalzo tale da collocare l’editoria del Paese in territorio largamente positivo rispetto al periodo pre-pandemico (+9,7%). In valori assoluti, il fatturato registrato dagli editori al netto di sconti e rese è passato da 2,740 a 3,079 miliardi di euro, le copie vendute da 421,6 a 486,1 milioni. Occorre sempre tenere presente che i dati francesi e quelli italiani non sono tra loro immediatamente comparabili, nella misura in cui in Italia il valore si riferisce al venduto a prezzo di copertina, cioè alla spesa sostenuta dai consumatori.

Gli oltre 3 miliardi di fatturato nel 2021 comprendono anche 147 milioni di vendita di diritti (+9,9% rispetto al 2020) e i 322 milioni della scolastica. è proprio quest’ultimo settore ad aver registrato la perdita maggiore nel 2021 (-17,1%), non tanto per un’effettiva crisi quanto per il fatto che nei due anni precedenti era stata attuata un’importante riforma dei programmi scolastici, la quale aveva portato a una massiccia crescita del settore per via del cambio dei titoli in adozione. Se si depurano quindi i valori dell’editoria dalla vendita di diritti e dalla scolastica, la crescita del mercato diventa ancora più pronunciata: +17,7% rispetto al 2020.


Produzione

Il rimbalzo del 2021 si registra anche a livello di produzione: nel 2019 le novità e nuove edizioni erano pari a 107,1 mila titoli, nel 2020 erano scese a 97,3 e nel 2021 sfiorano le 110 mila unità (+12,5%). Per dare un termine di confronto, nel 2021 in Italia le novità erano 81,9 mila. Chiaramente nel 2021 sono usciti titoli che erano stati rimandati l’anno precedente a causa della pandemia, come in altri Paesi: può essere perciò più interessante leggere in parallelo questo surplus a livello di produzione e la dialettica fra sell-in e sell-out. Il fornito alle librerie è aumentato nel 2021 del 17,7% a copie, mentre le rese sono aumentate del 13,3%: un dato che può essere letto in vari modi, ma non è azzardato vedere in ciò una risposta positiva dei consumatori all’aumento dell’offerta. Non sembrerebbe esserci stato, cioè, un effetto saturazione, e non a caso la tiratura media – per quanto il valore sia viziato dalle ristampe di manga – è aumentata di circa l’8% rispetto all’anno precedente (poco più di 5mila copie).


Canali


Se si guarda esclusivamente al trade, e quindi ai dati forniti da GFK, il valore del venduto si attesta attorno ai 4,4 miliardi di euro. Il sistema francese di classificazione dei canali di vendita francese ha le sue peculiarità, ed è facile capire come i risultati dipendano da un 2020 e da un inizio di 2021 caratterizzati da chiusure alterne e dalla crescita – pur limitata rispetto ad altri paesi – dell’online. Se è vero che, sulla scorta dell’esempio italiano, il libro è stato considerato un bene essenziale dalla fine di novembre 2020, le grandi superfici culturali (FNAC, per esempio), situate nei centri commerciali, sono comunque rimaste chiuse nei primi mesi dell’anno. I valori diffusi dallo SNE, in ogni caso, sono coerenti con il +20% che secondo l’EIBF le librerie francesi hanno registrato nell’anno passato. La crescita maggiore nel 2021 è stata registrata dalle librerie di livello 1 (i punti vendita più importanti per fatturato e per capacità di diffusione dei libri), chiuse nella prima parte del 2020 e aperte per tutto il 2021; le librerie di livello 2 e internet mantengono però il loro primato in termini di quota di mercato, e non va dimenticato che tra di esse si annoverano le librerie specializzate in fumetti. Il vero elemento di stupore è rappresentato dalla crescita della GDO dopo anni di calo costante del canale. Non va infine dimenticato che una crescita del genere per le librerie fisiche non sorge dal nulla: in Francia il Pass culture, la versione francese della 18app, può essere speso esclusivamente nelle librerie fisiche ed esistono misure a sostegno delle librerie di qualità e della bibliodiversità.

 

Generi

La narrativa rimane il genere più venduto in Francia, pur avendo registrato una crescita ben al di sotto della media. Il protagonista incontrastato del 2021 – l’abbiamo raccontato in più occasioni – non può però che essere il fumetto, il quale con un impetuoso +56% balza alla seconda posizione dei generi più venduti in Francia: nel 2020 era quinto. Non a caso il titolo più venduto dell’anno è un volume di Asterix, ed è quasi superfluo insistere sul boom dei manga, in parte legato anche al pass culture. Del bonus hanno beneficiato anche i libri per bambini e ragazzi e la galassia Young Adult. Anche lo SNE non manca di rilevare, come in Italia, quanto la crossmedialità e i social abbiano trasformato il genere: in Italia per rendersene conto è sufficiente constatare la prevalenza di titoli dipendenti da Wattpad o dai social tra i primi 10 titoli più venduti nella prima parte del 2022. In altri generi hanno avuto un peso determinante circostanze estrinseche: il boom dei libri illustrati e cataloghi dipende dal crollo del 2020 dovuto alla chiusura dei bookshop e dei musei, mentre la crescita delle scienze umane e sociale è quasi del tutto imputabile alla giuridica, e quindi in parte alla ripresa dei concorsi. Non va però sottaciuto un dato fra i tanti, che è la crescita della non fiction pratica: anche nel 2021 i francesi continuano a rivolgersi ai libri per risolvere i problemi di tutti i giorni, che si tratti di giardinaggio, benessere personale, libri di cucina (i grandi vincitori del 2020, in crescita anche nel 2021) o di guide per i viaggi.


Digitale


Nel 2021 gli e-book non hanno conosciuto quell’inversione di tendenza rispetto all’anno precedente a cui invece abbiamo assistito in Italia (limitatamente al solo trade). Non in molti avrebbero scommesso su una crescita del 3,7% dopo un 2020 che già aveva registrato un +13,5% rispetto al 2019. Va anche detto che la buona performance della scolastica è viziata dal fatto che in alcune regioni francesi venga adottato lo zaino al 100% digitale. Il mercato digitale rimane in ogni caso principalmente rivolto al mondo del lavoro e –per il tramite degli acquisti delle licenze da parte delle biblioteche – agli studenti universitari. Nel 2021 il digitale nel complesso è tornato al di sotto della soglia del 10% (9,3%), dopo averla di poco superata l’anno precedente, per un totale di 273 milioni, suddivisi quasi perfettamente tra vendite unitarie di e-book e abbonamenti/vendite di licenze.


Tascabili

C’è un’ultima considerazione che vale la pena di essere fatta. È vero che l’editoria francese sembra godere di una migliore salute di quella italiana, ed è vero che il settore che più è cresciuto in entrambi i Paesi è quello dei fumetti; se guardiamo al nostro mercato in prospettiva, tuttavia, non possiamo aspettarci che cresca soltanto grazie a questi ultimi. Il grande assente in Italia rispetto alla Francia è un mercato – e quindi un pubblico – di massa, come mostra la vendita dei tascabili. In Francia valgono nel 2021 il 14,4% del fatturato complessivo e addirittura il 25% delle copie. Non abbiamo al momento un valore di riferimento analogo in Italia, ma se pensiamo che nel 2020 rappresentavano soltanto il 3% dei titoli in commercio difficilmente possiamo pensare di collocarci su percentuali simili: in un periodo di crescita dell’inflazione e di perdita di potere d’acquisto, la strada di un bene rifugio come il tascabile andrebbe forse percorsa con maggior convinzione di quanto non si stia già facendo.

L'autore: Bruno Giancarli

Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, Aie e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi Aie. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.

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