Librai indipendenti ed e-commerce non sono per forza come il diavolo e l’acqua santa. Lo testimoniano moltissime iniziative che, soprattutto all’estero, vedono l’impegno dei librai per integrare al mercato fisico delle loro librerie, le nuove possibilità offerte dagli strumenti di e-commerce.
Proprio in questi giorni, è uscita in Francia, a cura del
Syndacat de la librairie una
mappa di oltre 200 librerie indipendenti che offrono un catalogo di e-book. Si tratta di una cartina virtuale (nell'immagine a sinistra), non esaustiva ma comunque rappresentativa, che raggruppa i punti vendita a seconda dell’operatore scelto per gestire l’e-commerce: ePagine, Chapitre, Numilog, Tea o LesLibraires.fr.
Nel frattempo
ha superato ormai l’anno di vita la
partnership tra l’Aba, American booksellers association, e Kobo che proprio un anno fa ha sostituito Google (
che aveva brutalmente chiuso il programma di affiliazione a causa della scarsità delle entrate) nel rapporto con i librai dell’Associazione. I risultati, a detta degli stessi librai, non sembrano, dal puro punto di vista economico, particolarmente esaltanti. Quello che traspare dalle testimonianze riportate da
«Publisher Weekly», è però un giudizio complessivamente positivo sull’opportunità di gestire l’e-commerce anche da parte di piccole o medio piccole librerie. Nonostante infatti il
margine di guadagno sulla vendita dei dispositivi Kobo sia di pochi centesimi, le librerie aderenti all’accordo hanno la possibilità di ricevere una percentuale su tutti gli e-book acquistati tramite il device per tre anni dalla vendita dell’e-reader. E questo, al di là del mero aspetto economico, in molti casi ha contribuito notevolmente ad
aumentare la clientela che, entrata in libreria magari solo per curiosità rispetto al mondo digitale, spesso ha finito con l’acquistare un device e continuare ad acquistare gli e-book tramite il sito del libraio di fiducia.
E in Italia? Le soluzioni tecnologiche di fatto non mancano: secondo i dati raccolti in una piccola ricerca condotta con l’aiuto dei produttori dei cinque software gestionali più diffusi nelle librerie italiane (
Software per crescere, «GdL», maggio 2013), il 97,3% delle librerie e cartolibrerie italiane servite dai gestionali possiede un collegamento Adsl, il 14,3% un servizio di e-commerce e il 6,4% uno di vendita di e-book. «La maggior parte delle librerie oggi usa il proprio sito soprattutto come anagrafica on line con un'intenzione promozionale circoscritta solo al mercato prossimo al negozio - spiegava in quel contesto
Maurizio Piana (Decalibro) -. Nella nostra esperienza, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il libraio non ha paura del digitale: semplicemente patisce la concorrenza dei grandi del mercato, da Ibs.it ad Amazon, che la fanno da padrone. Con queste premesse, è ovvio che anche chi ospita sul proprio sito un e-commerce “completo”, ovvero con la possibilità di concludere la vendita tramite carta di credito o contrassegno, non lo fa con un intento generalista perché non potrebbe competere, e punta invece su una nicchia specializzata per settore o argomento, tendenzialmente quelli per i quali la libreria ha già una riconosciuta esperienza».