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Librerie

Books are my bag, la campagna inglese a difesa delle librerie indipendenti

di L. Biava notizia del 24 settembre 2013

Le librerie restano luoghi importantissimi per mettere in comunicazione la proposta editoriale con i lettori. Che l’acquisto sia quello di libri fisici o di e-book poco cambia: il consiglio del libraio e l’esposizione nel punto vendita condizionano moltissimo l’acquisto delle novità e soprattutto del catalogo. Ma le librerie sono molto di più di semplici valvole di sfogo per la produzione editoriale. Sono punti di aggregazioni e centri propulsori per la cultura e la pratica del leggere che, lo ricordiamo, sono legate a doppio filo con la capacità di innovazione del Paese.
Non stupisce quindi che nel Regno Unito, dove comunque si legge molto più che da noi, librai, editori e autori si siano uniti per varare una campagna dalla portata nazionale che pare stia portando buoni frutti. Books are my bag più che un’iniziativa commerciale in senso proprio potrebbe essere definita come una campagna «di presa coscienza» che punta a salvare le librerie indipendenti che solo nel 2012 sono diminuite del 6,6% facendo scendere il numero degli store indipendenti sparsi per l’isola ad appena 1.028 unità.
Le librerie sono fondamentali per mantenere la bibliodiversità: secondo una ricerca infatti il 68% dei lettori preferisce scoprire nuove letture nei bookshop (Fonte: Censuswide, giugno 2013) e si stima che le librerie siano responsabili della scoperta del 21% dei titoli venduti per un valore generato attorno ai 450 milioni di sterline (Fonte: Bowker, marzo 2013). Ma c’è di più: dopo la chiusura d Borders nel 2009, una vendita editoriale su 10 non è migrata verso altre librerie o nel canale on line il che, per dirla in altre parole, significa che un certo numero di lettori si è perso nell’etere.
Per tamponare l’emorragia e frenare il lento declino dei brick&mortar bookshop la campagna li ha coinvolti attivamente in quattro mesi di iniziative: una grande festa iniziale il 14 settembre, la distribuzione di una shopper estremamente modaiola, un concorso e un fitto calendario di incontri, attività, presentazioni e attività social per risvegliare il senso di appartenenza dei lettori alle loro comunità di quartiere (che in metropoli come Londra non è affatto cosa da poco).
I primi risultati sono già arrivati: nella prima settimana di lancio, secondo quanto dichiarato nella conferenza della Bookseller Association che si è tenuta ieri, le librerie coinvolte hanno guadagnato il 18% sulle vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’idea adesso, dopo una valutazione dei risultati complessivi della campagna, potrebbe essere quella di ampliarla e ripeterla in altri periodi dell’anno. 

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