In un sabato sera londinese, tra sartorie di design e luci soffuse, centinaia di ragazzi e ragazze si accalcano per entrare in uno spazio che – almeno in apparenza – non ha nulla a che fare con la letteratura. Eppure, dentro si leggono racconti, si declama poesia, ci si passa foglietti stropicciati come reliquie. È il nuovo volto dei reading party, l’ultima evoluzione sexy e vibrante della scena letteraria britannica.
Nati per rompere i codici rigidi dell’editoria tradizionale e avvicinare un pubblico giovane e curioso, questi eventi mescolano performance, socialità, attrazione fisica e – soprattutto – parole. Il libro non è più soltanto un oggetto da sfogliare: è un’esperienza da vivere, una scusa per incontrarsi, flirtare, ascoltare, ballare.
Da New York a Notting Hill, passando per l’Italia
Tutto comincia a New York, sul tetto di un’abitazione condivisa da quattro ventenni. La pila di libri dimenticata sul comodino, la voglia di rallentare il ritmo della città che non dorme mai, e il desiderio di condividere uno spazio di quiete con altri lettori sono i semi che fanno germogliare i primi
Reading Rhythms. Ognuno porta il proprio libro, si siede in silenzio in un ambiente ovattato da luci soffuse e candele, e legge per un’ora. Poi si chiacchiera, si scambiano impressioni, si rompono le barriere.
Da lì il fenomeno esplode. Club, bistrot, gallerie d’arte e terrazze urbane si trasformano in salotti di lettura. Nel giro di pochi mesi, si passa da una decina di amici a ventiquattro eventi al mese con lunghe liste d’attesa. Merito anche di TikTok, che ha fatto da megafono globale.
L’onda lunga dei party letterari arriva presto anche in Europa,
e in Italia. Dai
Silent Reading Party di Bari vecchia alla comunità dei
Libri Sottolineati,
con i suoi incontri silenziosi al MONK, dalla
Urban Book Community itinerante – siamo sempre a Roma – alle feste con i libri che punteggiano la mappa delle librerie indipendenti, dei caffè letterari, delle biblioteche milanesi e non solo.
La scena londinese
Ma è nel Regno Unito che questi eventi sembrano aver trovato la loro identità più audace. Il
Soho Reading Series, lanciato a Londra nel 2023 da Tom Willis, è diventato un punto di riferimento: location sempre diverse (pub storici, chiese vittoriane, sartorie), cocktail in mano e letture senza microfono, mentre il pubblico mormora e ride, appoggiato ai muri o seduto per terra.
«Volevo creare una scena dove chiunque potesse presentarsi, fare festa e divertirsi un sacco, con la letteratura al centro»,
spiega Willis al Guardian. Eppure, il cuore pulsante di questi eventi non è solo la letteratura, è l’energia magnetica che si sprigiona dall’unione tra parola e presenza.
«E poi la gente viene anche per rimorchiare», ammette Rachel Connolly, cofondatrice con Isis O’Regan dei party letterari
New Work. Il format è recente (ha debuttato nel luglio 2024), ma ha già ospitato nomi come Eliza Clark, Gabriel Smith e Nicole Flattery. Ambientato in luoghi raccolti e informali,
New Work è pensato per offrire a scrittori e scrittrici di narrativa la possibilità di leggere inediti in pubblico, ma è anche un’occasione per conoscere persone offline.
«Il nostro pubblico ideale? Divertente, sexy e un po’ strano», dicono le fondatrici.
Non è un caso che molti organizzatori parlino esplicitamente di «divertimento», «desiderio», «corpi» quando raccontano i loro eventi. James Massiah, poeta e musicista, ha chiamato
Adult Entertainment la sua serie di eventi a est di Londra: inizia con versi e finisce con DJ set e balli sudati.
L’atmosfera è più simile a quella di un rave che di una presentazione editoriale.
… e quella di Glasgow
E poi c’è Glasgow, dove la scena dei reading party si è evoluta negli ultimi anni in una
vivace costellazione di eventi alternativi e sperimentali che sfidano le convenzioni delle letture letterarie tradizionali. Tra i nomi più interessanti quello di
Waterwings Press, casa editrice indipendente di poesia fondata nel 2020 da Leo Bussi, che ha saputo trasformare l’idea di serata letteraria in un’occasione sociale e creativa. Gli eventi si tengono nella zona sud della città e presentano letture di poesia contemporanea, narrativa e «scrittura d’arte»: un ibrido che mescola autofiction, critica e improvvisazione.
La line-up tipica prevede cinque autori, alcuni esordienti, altri più navigati, che leggono in spazi intimi e informali.
Accanto a
Waterwings, anche
thi wurd è una casa editrice indipendente di Glasgow che organizza eventi dal vivo, come il recente
thi wurd Live, dove circa dodici scrittori e scrittrici leggono estratti delle loro opere. Le serate includono anche musica dal vivo, proiezioni di cortometraggi e mostre-mercato di libri e opere d'arte. L'atmosfera è informale e accogliente, con
un pubblico multigenerazionale che si ritrova per condividere la passione per la scrittura e l'arte.
Il Peter Barlow’s Cig a Manchester
Anche Manchster ha la sua «scena», e si articola perlopiù attorno al
Peter Barlow’s Cig. Tra i reading party britannici è uno dei più longevi, e prende il nome da un personaggio della soap opera
Coronation Street, in onda in Uk dal 1960. Fondato da Joey Frances, Tim Allen e Rachel Sills, l’evento si distingue per il suo
approccio informale e inclusivo alla poesia contemporanea. Le letture presentano una varietà di poeti, da emergenti ad affermati, e spaziano dalla poesia sperimentale alla scrittura d'arte. L'ingresso è generalmente gratuito, il clima rilassato e popolare: anche qui la possibilità di fare conoscenze tra persone con gli stessi interessi gioca un ruolo fondamentale.
Libri, corpi, connessioni
In un’epoca in cui le relazioni sembrano sempre più fragili e frammentate, ormai fuori dalla lunga parentesi pandemica del distanziamento sociale, la lettura torna a essere uno strumento di contatto, uno spazio condiviso che crea prossimità. I reading party lo dimostrano: leggere insieme, in silenzio o meno, è un modo per dichiarare chi si è e cosa si cerca. I libri diventano dispositivi identitari, specchi e segnali, soprattutto per i lettori e le lettrici ancora giovani.
Uno strumento, non l’unico. Questa nuova forma di stare insieme non cancella i modi tradizionali, li assorbe e li reinventa: la musica, il ballo, la prossimità corporea, la leggerezza, il divertimento si mescolano alle parole, trasformando la letteratura in un’esperienza totale. In mezzo al rumore dei social e all’atomizzazione dell’esperienza culturale, il reading party non è solo un atto estetico o intellettuale, è forse una forma di vicinanza. Un modo nuovo per arricchire la nostra grammatica delle relazioni.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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