220 milioni di fatturato reale e altri 230 persi a causa della pirateria. Ma il mercato potenziale – quello che si avrebbe se ogni studente universitario acquistasse i testi presenti nei programmi universitari – sarebbe di ben 600 milioni di euro.
Il GAP – il Gruppo accademico professionale di AIE, composto da circa 110 case editrici – ha avviato a partire dal 2018, edizione nella quale sono stati rilevati i dati 2015-2017, in collaborazione con PEPE Research, una rilevazione sistematica del mercato universitario che, tramite l’invio di questionari agli editori, esplora le aree che lo compongono e i canali di vendita.
A completamento di questo lavoro è stata sviluppata un’analisi del mercato potenziale e di quello illegale, in collaborazione con Ipsos. A partire da quest’anno, infine, grazie alla banca dati di Almalibri, sarà possibile fotografare non solo i titoli adozionali ma anche quelli consigliati e le letture integrative. E anche la presenza di titoli stranieri.
Ne abbiamo parlato con Maurizio Messina, presidente del Gruppo accademico professionale.
In questi giorni parte la quarta edizione dell’indagine AIE. Perché è importante che gli editori partecipino?
Il mondo dell'editoria universitaria, a differenza del mondo dell'editoria scolastica, manca da sempre di una rilevazione sistematica del dato. Laddove nella scuola noi abbiamo la possibilità di avere un dimensionamento univoco del mercato, nel mondo universitario questo è sempre stato particolarmente difficile.
Ogni quanto si svolge l’indagine?
Qualche anno fa AIE ha iniziato a lanciare la rilevazione, prima su una base triennale, nel 2018 per i tre anni precedenti, e poi successivamente, pur con l'intervallo della pandemia, annualmente. Attualmente abbiamo definito un ritmo annuale della rilevazione, che si svolgerà sempre in primavera.
È possibile anticipare qualche dato? Che cosa ne emerge e in che modo vi sono utili?
Il dato che possiamo anticipare, che peraltro è già stato comunicato anche durante la presentazione della ricerca Ipsos un paio di mesi fa, è quello che misura il mercato legale, che corrisponde a circa 220 milioni di fatturato, contro un mercato potenziale di 600 milioni circa, e un mercato – stimato dalla stessa Ipsos – illegale di 230 milioni di euro, addirittura superiore quindi al mercato legale. Questa è una evidenza molto forte di come la conoscenza del dato ci permette di mettere in rilievo, nei confronti di tutte le istituzioni di riferimento, quali siano le dimensioni di un fenomeno che ha sempre colpito in modo pesantissimo l'editoria universitaria, ma che adesso si sta spostando anche su altri segmenti dell'editoria.
Cosa occorre fare per partecipare?
Il questionario per la nuova rilevazione è stato inviato proprio in questi giorni a tutti gli editori del Gruppo accademico professionale di AIE e anche agli editori al di fuori della Associazione, che comunque lavorano e operano in questo settore. Il questionario dovrà essere compilato entro il 20 giugno 2022. Invito gli editori che ancora non avessero ricevuto l’invito a contattare l'Ufficio studi o la segreteria di AIE, che faranno in modo di far pervenire loro il link per la partecipazione.
Quanti sono gli editori del Gruppo accademico professionale?
Il gruppo degli editori accademico professionale che sono iscritti all'interno dell'Associazione sono circa 110, e la maggioranza di loro svolge un'attività naturalmente non solo universitaria. Tant'è che il gruppo si chiama appunto «accademico professionale». Una parte degli editori del gruppo svolge invece esclusivamente attività professionale. E anche se questo non è oggetto di quello di cui stiamo parlando, abbiamo quest'anno, per la prima volta, lanciato un’indagine per verificare quanti effettivamente siano gli editori che si occupano di professionale e in quali ambiti si muovono, producono e pubblicano.