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Fiere e saloni

L'editoria cubana cerca l'internazionalizzazione durante la XXV fiera del libro dell'Avana

di Camilla Pelizzoli notizia del 22 febbraio 2016

Quest’anno la Feria Internacional del Libro de La Habana (11-21 febbraio), giunta alla sua 25esima edizione, ha riservato molte novità per i suoi lettori e per gli editori partecipanti: nella Fortaleza de San Carlos de la Cabaña, sede storica della fiera, ha ospitato per la prima volta un gruppo organizzato di editori americani (accompagnati da un delegazione di Publishers Weekly), continuando le operazioni di riavvicinamento tra gli Usa e Cuba. L’occasione è stata coronata da una cerimonia in cui i rappresentanti americani e quelli dell’Instituto Cubano Del Libro hanno firmato un memorandum, un patto per assicurare il prosieguo della «collaborazione e comprensione» tra l’industria editoriale cubana e quella statunitense. Zuleica Romay Guerra, presidente dell’Instituto, si è mostrata ottimista – pur riconoscendo le sfide che attendono il settore editoriale nel suo paese – e ha affermato che la lenta uscita dall’isolamento commerciale sta provocando enormi cambiamenti: «Cuba sta attraversando una crisi» ha spiegato ai giornalisti di PW «Le dinamiche cubane stanno cambiando e dobbiamo comportarci diversamente per mantenere il nostro sistema editoriale». Parte di questo rinnovamento di prospettiva, secondo Guerra, avviene imparando a pubblicare libri che il pubblico cubano desidera leggere, e osservando come funziona il mercato statunitense; con l’obiettivo di riuscire, nel tempo, ad inserirsi al suo interno. «Siamo interessati in particolare al vasto mercato ispanofono» ha detto Guerra, per poi aggiungere «vogliamo che i classici cubani siano tradotti in inglese. Vogliamo il meglio della letteratura americana, e il meglio della letteratura cubana, visibili e conosciuti negli Stati uniti».
L’embargo e le difficoltà che ha portato all’editoria cubana sono stati tra gli argomenti più toccati durante gli incontri professionali. Lavorare all’interno dell’economia pianificata dallo Stato, con dei budget fissi, e non poter utilizzare servizi bancari statunitensi né negoziare in dollari, ha senz’altro creato dei problemi gestionali alle case editrici. Tuttavia, notizie positive arrivano dalle risorse pubbliche fornite a sostegno della lettura: Cuba infatti dispone di 300 biblioteche e 313 librerie statali. Benché non siano disponibili cifre certe sulle percentuali di lettori, è possibile farsene un'idea andando a vedere il numero di visitatori presenti alla fiera, che sono stati più di 312 mila, e sempre Zuleica Romay Guerra ha detto che molte famiglie preferiscono risparmiare durante l’anno per poi fare acquisti durante la Feira, dove possono trovare le proposte di 81 espositori cubani e di 63 espositori stranieri: una tendenza sottolineata anche dal numero di libri venduti, quantificati in più di 420 mila copie.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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