Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina
Fiere e saloni

Indovina chi viene in fiera. Il pubblico di Più libri e le sue storie

di Alessandra Rotondo notizia del 11 dicembre 2016

Chiara ha 24 anni e questa è la terza volta che visita Più libri. «Mamma mi avrebbe voluta a casa in Calabria per l'Immacolata. Ma a questa fiera ci tengo troppo». Studentessa di Psicologia, fuorisede, appassionata di sportine in tela brandizzate dagli editori. «Quando ci sono stata per la prima volta, non l'anno scorso ma quello prima, seguivo una mia coinquilina, vorace lettrice». La promessa era quella di un autografo con armadillo di Zerocalcare: «non riuscii a farmelo fare, c'era troppa gente, ma scoprii il piacere di aggirarmi tra gli stand, di sfogliare libri che non sempre si trovano in libreria e anche di comprarne qualcuno. Se sono diventata una discreta lettrice, credo sia merito di quella prima visita».

Annastella ha settant'anni e un'aria molto elegante. «Alla fiera vengo in metro con mia sorella Gioia. Con l'apertura della linea B1 è diventata facilmente raggiungibile da casa». Non le piacciono i romanzi e diserta le affollate presentazioni con gli autori, «Mi piace la saggistica, le voci dissonanti, l'informazione libera e a Più libri trovo sempre quello che cerco. Poi visito molti editori per bambini, per i miei tre nipotini».

Maurizio lavora in una casa editrice professionale e universitaria, ma a Più libri è venuto per piacere. «C'ero già stato nel 2013, e mi colpì l'attenzione che la fiera dava all'innovazione e alle tecnologie per la lettura. In quel periodo ero all'inizio del mio percorso professionale e constatare come una fiera potesse essere il contenitore capace di tenere insieme la varietà di voci del panorame dei piccoli, l'aggiornamento professionale, le esigenze d'incontro della filiera e lo sguardo al futuro fu molto motivante. Una pecca? La mancanza, in certi corridoi laterali, di spazio. E quella di un punto ristoro decente».

Diana e Paolo sono una coppia e hanno una libreria per bambini «in uno di quei capoluoghi di provincia del sud al margine delle statistiche su lettura e infrastrutture culturali. Ma ogni giorno noi sperimentiamo una realtà molto diversa». Sono a Più libri più liberi per conoscere titoli ed editori nuovi da portare nella loro libreria, «ma anche per il semplice piacere di passeggiare tra gli stand. Abbiamo due bambini, e tanti altri ne conosciamo perché vengono ai corsi e ai laboratori che organizziamo in libreria: puntare sui piccoli per noi è una missione».

Francesco ha cinquant'anni, è un professore d'italiano e alla fiera viene da dieci. «È un evento per tutta la città, la gente è felice e curiosa e, complice il Natale, più disposta a comprare. È bello, quando si torna a casa tutti insieme, la sera, sbirciare i sacchetti degli altri sulla banchina della metro, vedere cos'hanno comprato, orecchiare, magari, per chi o perché».

Anche Carla insegna e qualche giorno fa a Più libri ha portato i suoi alunni. «Oggi sono tornata da sola per godermi qualche incontro e qualche presentazione, ma devo dire che venirci con la classe è stato bello. Vorrei solo che l’ambiente fosse meno labirintico e poter contare su più personale al quale chiedere informazioni». «Diamo quasi per scontato che i ragazzini percepiscano il libro come qualcosa di antico, incapace di reggere il confronto con la tecnologia» continua Carla. «Quando li invitiamo a leggere siamo i primi, noi adulti, a pensare che non si appassioneranno. E invece non è così: li vedi fermarsi, accendersi di meraviglia, partecipare con interesse alle attività collettive. Li vedi trovre al libro un posto tra le loro cose, tra i loro interessi. E lo fanno con grande naturalezza se sono in un contesto favorevole».

Carola è una standista e sulle scale del Palazzo dei Congressi accende una quieta sigaretta. «È andata bene quest'anno. C'è un interesse nuovo nell'aria». All'editoria è devota da tempo, lavora per una di quelle case editrici piccole e appassionate «dove fai un po' di tutto, dall'editing ai pacchi. La fiera è faticosa, ma estremamente umana – aggiunge –. È come una grande riunione di famiglia che ti aiuta a capire cosa sta succedendo nel nostro mondo. E poi ci sono i lettori, quelli appassionati che tornano ogni anno, che ti chiedono di te e dei tuoi libri, che si fanno consigliare, che vogliono raccontare, raccontarsi».

Sofia ha 16 mesi e dalla voracità con cui addenta il suo libricino cartonato si capisce che deve piacerle molto. Guarda curiosa la grande festa che le si svolge attorno, fa roteare occhi e mani in direzione di cose e colori, facce, luci, prospettive da acchiappare. Nel sorriso che si apre sui suoi pochi denti passa tutta l'inconsapevole freschezza dell'inizio. Ne siamo sicuri, diventerà una fantastica lettrice.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

Guarda tutti gli articoli scritti da Alessandra Rotondo

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.