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Curiosità

Lettere con le ali. Il nuovo Penguin Inclusive Sans e la leggibilità come impegno culturale

di Alessandra Rotondo notizia del 21 luglio 2025

Nel 1935 Allen Lane fondava Penguin Books con un’intuizione semplice e radicale: rendere i libri accessibili a tutti, non solo nel prezzo, ma anche nella forma. Le celebri edizioni economiche da sei pence cambiarono il panorama editoriale britannico, portando la lettura negli zaini dei pendolari, nelle tasche degli studenti, nelle mani di chi prima ne era escluso. Oggi, novant’anni dopo, Penguin riafferma quella vocazione con un gesto tipografico: l’adozione di Penguin Inclusive Sans, un nuovo carattere pensato per esprimere in forma visiva – e leggibile – la propria missione culturale.

Il font è stato progettato da Olivia King, type designer australiana, già autrice di Inclusive Sans, un carattere open source nato per garantire una migliore accessibilità della lettura a persone con dislessia, ipovisione o semplicemente esigenze visive diverse da quelle considerate standard. Formata tra Sydney e New York, King ha costruito la propria pratica sul dialogo tra ricerca, leggibilità e linguaggio visivo contemporaneo.

Commissionata da Penguin per sviluppare una versione su misura del suo Inclusive Sans, King ha cominciato il progetto dagli archivi storici dell’editore a Bristol: copertine, materiali promozionali, appunti, prove di stampa. Il carattere tipografico ha sempre avuto un ruolo centrale nell’identità del marchio: dal Gill Sans delle prime collane al Grotesque No.9 usato nella comunicazione, fino all’Avant Garde degli anni Sessanta e all’Helvetica degli anni Settanta. Ma l’obiettivo non era citare nostalgicamente, bensì restituire l’essenza visiva di Penguin in una forma nuova, coerente e inclusiva.

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Il risultato è un carattere umanista, morbido, leggibile e distintivo. Le lettere «a» e «g» presentano forme arrotondate e aperte, pensate per ridurre l’affaticamento visivo e aumentare la chiarezza. Alcuni glifi sono stati progettati per diventare veri e propri «personaggi» riconoscibili, capaci di esprimere l’identità del brand anche fuori dal contesto testuale. È il caso delle lettere «k» e «y», con terminali inclinati che suggeriscono movimento, o di segni come il punto interrogativo, la cifra «2» e la lettera «G», i cui tratti curvi richiamano intenzionalmente le ali del pinguino, offrendo un omaggio giocoso ma sottile al logo del marchio. Questi dettagli, che King definisce «easter eggs», sono pensati per sorprendere l’osservatore attento e rafforzare l’identificazione visiva.

Ma la personalità del carattere non è mai fine a sé stessa. Ogni tratto risponde a criteri di chiarezza e accessibilità. L’intera famiglia comprende quattro pesi (ognuno in tondo e corsivo), per un totale di 530 glifi che supportano oltre 600 lingue, con una resa ottimale sia su carta sia su schermo. La scelta di limitare la gamma stilistica riflette la volontà di mantenere coerenza visiva in tutti gli usi – dalle copertine ai materiali promozionali, dai formati digitali ai social – lasciando però spazio per possibili estensioni future.

«Il carattere doveva essere leggibile per tutti, ma anche inequivocabilmente Penguin», spiega King. «Abbiamo cercato di rendere visibile l’identità del brand in ogni lettera, con un tono che fosse accogliente, giocoso, ma anche sicuro di sé».

In un momento in cui l’editoria si interroga su come raggiungere nuovi pubblici, Penguin Inclusive Sans dimostra che anche la tipografia può essere uno strumento di inclusione. Dare forma alle parole – letteralmente – è un atto politico, prima ancora che grafico. E se leggere è un diritto, allora ogni segno tipografico deve essere progettato per accogliere, non per escludere.


Fonte della foto in header: https://www.oliviaking.com/penguin-inclusive-sans 

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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