L’editore Ragip Zarakolu, candidato per il Premio Nobel per la pace, è detenuto da 135 giorni in carcere di massima sicurezza, con l’accusa di far parte di organizzazioni illegali secondo le leggi antiterrorismo vigenti in Turchia. La sua carcerazione, come quella di molti altri intellettuali turchi (fra cui suo figlio Deniz e Büsra Ersanli), è chiaro sintomo del clima corrente in Turchia in tema di libertà d’espressione. L’International Publishers Association (IPA) denuncia il fatto quale palese violazione degli obblighi sottoscritti dal Governo turco per il rispetto dei diritti umani e ne chiede l’immediato rilascio. Questo il contenuto del messaggio consegnato da William Nygaard, l’editore norvegese dei Versetti satanici, che per questo subì un attentato nel 1990 alle autorità turche e alle associazioni di categoria (nell’industria della comunicazione) del Paese.
L’avvocato di Ragip Zarakolu si è nel frattempo appellato alla Corte di giustizia dell’Aja, accusando la Turchia della violazione degli articoli 3, 5, 10 della Convenzione europea sui diritti umani. Peraltro, il Segretario Generale del Consiglio d’ Europa, T. Jagland, recentemente ha dichiarato che ci sono 1,000 ricorsi pendenti presso la stessa Corte e proprio concernenti la libertà d’espressione in Turchia, che si posiziona così al primo posto di questa poco onorevole classifica ed è seguita dalla Russia. Il blog per la liberazione di Ragip Zarakolu è consultabile qui.