Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina
Editori

Continua il «long Covid» degli editori italiani d’arte e turismo

di Samuele Cafasso notizia del 18 gennaio 2022

Attenzione, controllare i dati.

Non per tutti gli editori il mercato è ripartito: mentre la varia festeggia il traguardo di un 2021 con vendite in crescita di oltre il 15%, l’editoria di arte e turismo si dibatte in una crisi che è ben lontana dall’essere risolta e che in alcuni casi minaccia la sopravvivenza di marchi storici dell’industria del libro italiana.

L’Associazione Italiana Editori ha pubblicato un appello lo scorso 14 ottobre per chiedere al governo e al parlamento sostegni per il settore: «Dopo 22 mesi di fatturati in pesante calo e la fine della cassa integrazione Covid a giugno 2021 – spiega il presidente Ricardo Franco Levi – molte case editrici hanno dovuto fare ricorso al credito bancario per continuare le attività. Sono necessari aiuti immediati per garantire la sopravvivenza di chi pubblica guide turistiche e libri d'arte».

Secondo le dichiarazioni delle stesse case editrici coinvolte, nei primi otto mesi del 2021 i fatturati sono stati inferiori rispetto al 2019 per percentuali che arrivano all’80%. Stiamo parlando di un mercato che complessivamente valeva nel 2019 100 milioni di euro e che ha una sua intrinseca complessità: si va dagli editori di cataloghi d’arte, specializzati nelle mostre e che vendono soprattutto nei bookshop museali, agli editori di guide turistiche per gli italiani che vanno all’estero o, al contrario, per gli stranieri che visitano città e attrazioni italiane. A gennaio del 2021, sul Giornale della libreria parlavamo di «fatturati dimezzati» per realtà come Touring Club sul versante delle guide, Skira e Marsilio per i cataloghi d’arte, settore che soffre in particolare per l’imprevedibilità del pubblico presente alle mostre. Nel 2020 moltissime erano state annullate, nel 2021 spesso si sono tenute ma con scarso pubblico. Questo crea problemi soprattutto a livello di pianificazione di catalogo e tirature, essendo per sua stessa natura il libro d’arte un prodotto basato su materie prime costose. Ha inciso, nell’ultimo anno, anche il boom dei prezzi della carta e dei costi di stampa, cresciuti di oltre il 20%.

Tra le realtà oggi in forte crisi c’è il Gruppo Lozzi di Roma, che aveva nel 2019 fatturati che si attestavano sui 6 milioni di euro. Tra i core business del gruppo, concentrato sulle case editrici Archeo libri e Lozzi Roma Sas, ci sono le guide turistiche per chi viene dall’estero in Italia. Si tratta di un business molto particolare: pubblicazioni in 25-30 lingue vendute nei siti archeologici, nei musei, nelle edicole prospicenti luoghi turistici di grande attrattiva. «Sono guide acquistate – spiega Claudio Lozzi – per l’entusiasmo del viaggio, con testi non scontati, foto ricercate, ricostruzioni passato-presente». Guide, insomma, acquistate dagli stranieri che tornano nel loro Paese come ricordo del loro viaggio, o approfondimento una volta tornati a casa. «Con l’inizio della pandemia, per noi è come se fosse scoppiata la bomba H» spiega Lozzi. Il gruppo fondato da suo nonno Romolo nel 1935 oggi è a rischio di sopravvivenza: «Dopo un primo semestre difficile, la situazione era in ripresa a settembre-ottobre, con tutti gli hotel prenotati. Ma con Omicron è di nuovo tutto precipitato». Nel gruppo lavoravano 30 persone, adesso sono una dozzina. Ma bisogna anche tenere conto che intorno alla casa editrice si muovevano collaboratori e attività contigue per cui quelle 30 persone impiegate nel 2019 andrebbero in realtà moltiplicate per tre.

«Il nostro settore in passato ha beneficiato di buoni periodi anche quando il resto dell’editoria andava male» spiega Lozzi. «Di fatto questo tipo di editoria è una peculiarità italiana, in nessun altro Paese ci sono realtà così avanzate: noi abbiamo la guida di Pompei in norvegese, per dire. Rischiamo di perdere un punto di forza nel nostro Paese: dovremmo investire in Qr Code, realtà aumentata, nuovi prodotti. Ma farlo in queste condizioni è impossibile. Non ci piace chiedere aiuti, non l’abbiamo mai fatto. Ma non abbiamo scelta: abbiamo provato a battere altre strade, come le collaborazioni con i Comuni e gli assessorati al turismo per sviluppare prodotti per il turismo di prossimità, ma per adesso senza buoni risultati».

Sono mesi difficili anche per Edt, la casa editrice che in Italia pubblica le guide di Lonely Planet. Edt è presente in diverse attività diverse dalle guide turistiche e per questo la continuità aziendale non è a rischio, ma i numeri del settore specifico di cui stiamo parlando sono drammatici: «Da marzo a dicembre del 2020 i fatturati erano calati dell’85%, nel 2021 il calo dei libri-guide è del 65% a essere ottimisti. Sono numeri che travolgono l’editoria turistica: fondamentali in questi due anni sono stati i ristori, gli ammortizzatori sociali» spiega la direttrice generale Claudia Peruccio. In particolare il governo ha stanziato l’anno scorso un fondo per l’editoria di arte e di turismo da 12 milioni. Anche grazie ai sostegni, e agli ammortizzatori sociali, oggi Edt continua a dare lavoro a una sessantina di persone. Ma nelle guide il mercato è fermo: dopo le sessanta novità pubblicate nel 2019, nel 2020 la produzione è calata a 40, molte uscite concentrate nel pre-pandemia. «Nel 2021 ci siamo concentrati sull’Italia con undici uscite» spiega Peruccio. Allo stesso tempo si è puntato su altri prodotti, come i libri fotografici.

Le difficoltà sono legate anche alla particolarità del business: uno dei vanti delle guide di Lonely Planet è il fatto che siano costantemente aggiornate e questo comporta un grande sforzo di programmazione e pianificazione di lanci novità e ristampe. «L’emergenza carta pesa molto: sui prezzi, ma anche sui tempi delle forniture, per noi fondamentali».

E però, sul futuro, Peruccio è ottimista: «Abbiamo un piano europeo di sviluppo, speriamo che le nostre speranze non siano disattese. Crediamo che la gente tornerà a viaggiare, in questo senso ci sono già stati segnali: nel 2020 le persone hanno scelto mete italiane, quest’anno ci sono segnali di riapertura sulle mete europee che abbiamo già registrato tra l’estate e l’autunno. La strada per arrivare ai numeri pre-Covid è molto lunga, ma dopo esserci concentrati sulle mete italiane, adesso possiamo guardare a tutto il Continente».

L'autore: Samuele Cafasso

Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.

Guarda tutti gli articoli scritti da Samuele Cafasso

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.