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Distributori

Usa: cosa significa la concentrazione di Ingram e Perseus per i piccoli editori?

di Camilla Pelizzoli notizia del 13 aprile 2016

Le concentrazioni in ambito editoriale sono un argomento particolarmente caldo in Italia, non solo sul fronte editoriale ma anche su quello distributivo; tuttavia, di recente è un tema di cui si discute anche negli Stati Uniti, da quando a fine marzo è stata ufficializzata l’acquisizione della divisione distributiva di Perseus Publishing, che cercava un compratore dallo scorso autunno, da parte di Ingram Content Group.
L’operazione – avvenuta subito dopo la vendita della parte editoriale di Perseus al gruppo Hachette – porta all’interno dell’azienda di Nashville un patrimonio non indifferente, dato che il gruppo Perseus offre un’ampia gamma di servizi a svariate realtà editoriali (oltre che alle proprie imprint), con entrate che si aggirano attorno ai 300 milioni di dollari. L’acquisizione si è conclusa per una somma non specificata e coinvolge tutte e quattro le aziende del gruppo dedicate al ramo distributivo, ovvero Publishers Group West (PGW), Consortium Book Sales & Distribution, Perseus Distribution e Legato, oltre a comprendere la struttura presso Jackson, Tennessee, che verrà integrato nel network logistico di Ingram. Non passerà alla nuova proprietà, invece, Mark Suchomel, che era a capo di tutta la sezione distributiva; i suoi compiti e la sua carica verranno divisi tra Sabrina McCarthy, già responsabile vendite del gruppo Perseus, e Mark Quimet, che manterrà anche il ruolo di direttore generale di Ingram Publisher Services.
L’operazione porta potenzialmente il numero di clienti Ingram a circa 600; «potenzialmente» perché non è detto che tutti coloro che si servivano dei servizi di un’azienda Perseus ora vogliano affidarsi a Ingram. Alcuni piccoli editori, infatti, non sono privi di dubbi nei confronti di questa nuova situazione distributiva, e hanno avuto occasione di discuterne durante il 28esimo IBPA Publishing University, una due giorni di conferenze ed eventi formativi organizzata dall’Indipendent Book Publishers Association per le realtà indipendenti. L’evento quest’anno si è tenuto a Salt Lake City e ha ospitato circa 300 professionisti del settore; principalmente editori, ma anche autori che si affidano, del tutto o in parte, all’auto-pubblicazione.
La maggior parte delle discussioni, secondo quanto riportato, verteva attorno ai cambiamenti che Ingram potrebbe effettuare rispetto al servizio offerto da Perseus, in particolare per quanto riguarda i promotori cui saranno affidati i loro cataloghi e le variazioni anche a livello geografico delle diverse aree di vendita, che di nuovo condizionerebbero l’ambito promozionale. Il timore generale è che il passaggio da una realtà tutto sommato contenuta – benché Perseus fosse uno dei maggiori distributori di editori indipendenti negli Usa, e quindi non si sta certo parlando di un’azienda «piccola» – a un colosso della distribuzione possa danneggiarli, in quanto verrebbe a mancare l’attenzione alla singola casa editrice e/o al singolo autore; il destino di questi ultimi nel nuovo ecosistema Ingram, in particolare, non è ancora ben chiaro. Robin Cutler (direttore capo di IngramSpark, costola della società madre che si occupa prevalentemente di servizi per il self-publishing), a cui è stato chiesto cosa voglia dire l’acquisizione per gli auto-pubblicati, ha risposto che la sua speranza è che alcuni degli autori auto-pubblicati attraverso IngramSpark possano evolvere e diventare editori che possano trarre vantaggio da uno dei distributori di servizi completi della Ingram; i dubbi, quindi, rimangono.
Tra gli editori che hanno deciso di non essere più clienti Perseus-Ingram c’è chi spera che la concentrazione dei due maggiori distributori indipendenti lasci il campo libero a nuove realtà, che possano offrire il servizio «personalizzato» che molti parrebbero desiderare; a tal proposito qualcuno ha anche espresso il desiderio che Mark Suchomel, conclusa l’esperienza con Perseus, possa iniziare una nuova attività distributiva in solitaria.
Non rimane che attendere e vedere cosa riserverà il futuro alla distribuzione – tanto negli Usa quanto in Italia.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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