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Distributori

L’efficienza distributiva. Il parere di Messaggerie Libri

di Antonio Lolli notizia del 7 dicembre 2017

La distribuzione in questi anni è cambiata rapidamente sotto i nostri occhi: sia negli aspetti più tecnologici e attinenti alla logistica distributiva sia nella promozione e nella trasformazione dei canali di vendita, con l’e-commerce che è arrivato nel 2016 a pesare più della grande distribuzione (16,5% a valore nei canali trade, contro il 10,7%). È l’infrastruttura che rappresenta uno dei fattori critici di successo, in quanto permette all’editore di arrivare in libreria. E da lì al potenziale lettore. Gli aspetti legati alla distribuzione sono quindi da sempre centrali per lo sviluppo del settore editoriale: lo sono stati prima e durante la crisi economica, che ha alleggerito la sua morsa solo nel 2015, e continuano a esserlo oggi, durante la seppure lenta ricrescita del mercato.

Al tema della distribuzione sono stati dedicati due momenti nei primi giorni di Più libri più liberi: il workshop Dalle condizioni commerciali alla ricerca dell’efficienza distributiva  e l’incontro Messaggerie Libri incontra gli editori. Il mercato e l’evoluzione dei servizi, entrambi curati da Messaggerie Libri.

Prendendo in prestito il tema del workshop, il raggiungimento di una adeguata efficienza distributiva è uno degli obiettivi primari che la filiera deve perseguire.
«Direi che, da qualunque parte lo si guardi, resta centrale il tema delle rese, che è il primo elemento su cui intervenire quando si parla di efficienza – spiega Angela Di Biaso, direttore commerciale di Messaggerie Libri – . Lavorare per controllarle e ridurle significa lavorare per la compressione dei costi di tutti gli attori della filiera.
Occorre partire dalle politiche commerciali: meno spinte sui lanci fini a se stesse, più attenzione ai rifornimenti, il catalogo sempre disponibile e riordinabile, a tutti i livelli, sia in libreria che nel nostro magazzino.
È sempre più importante che gli atteggiamenti commerciali non siano solo finalizzati alla visibilità, ma siano soprattutto guidati dalla potenzialità del titolo; e non mi riferisco solo alle novità, ma anche alle riedizioni, alle ristampe, al catalogo.
Gli atteggiamenti degli operatori sono tuttavia espressione della loro cultura commerciale e per questo credo che ognuno di noi debba trovare la capacità di mettersi in discussione, di guardarsi intorno, al di là dei confini territoriali e settoriali, per documentarsi, prendere spunti, sperimentare, cancellando la rassicurante motivazione del "si è sempre fatto così". Resta sul tavolo il tema del giusto rapporto tra condizioni concesse e opportunità: occorre sempre tenere un equilibrio tra le condizioni commerciali e i valori espressi o potenziali dell’editore e della libreria, non dimenticando niente o nessuno per strada e soprattutto evitando di creare disparità, attirati da presunti fatturati aggiuntivi».

«Si può ragionare su un sistema più efficiente lato editori – aggiunge Renato Salvetti, amministratore delegato di Messaggerie Libri – soprattutto su quelle novità che non hanno una forte necessità di arrivare in contemporanea su tutto il territorio nazionale in quanto sono lanciate in un numero di copie ridotto. Da questo punto di vista in Messaggerie Libri stiamo riflettendo sulla possibilità di immaginare procedure più snelle a vantaggio di tutti gli attori».

I numeri di Messaggerie Libri mettono in evidenza la costante evoluzione della struttura distributiva che oggi conta 650 marchi editoriali distribuiti, 201 mila titoli movimentati all’anno  che corrispondono a 49 milioni di copie e 20 mila tonnellate movimentate all’anno.  

«Abbiamo registrato una forte esplosione nel numero di marchi distribuiti a seguito della fusione con Pde del 2015 – continua Salvetti – ma anche dopo una serie di acquisizioni importanti fatte negli ultimi due-tre anni. Questo ha fatto sì che la natura di Messaggerie Libri sia cambiata: se fino al 2014 la struttura e l’approccio al mercato erano legate in particolare alla ricerca di editori di una certa dimensione, oggi la nostra struttura è in grado di gestire editori anche di dimensioni più piccole. Se andiamo a osservare la concentrazione del nostro fatturato vediamo che inizia ad esserci una forte concentrazione a livello di e-commerce. Oggi il 25% del fatturato deriva da questo canale, il 29% dalle librerie indipendenti e il 46% da quelle di catena.  Da un confronto con i risultati di tre-quattro anni fa si può vedere che, se da un lato le librerie di catena rappresentavano una percentuale simile (45%), le librerie indipendenti erano al 38% e l’e-commerce al 17%».
Questo mette in luce la criticità legata alla concorrenza sempre più accentuata dell'e-commerce sulle librerie fisiche, ma una nuova generazione di libraie particolarmente attive e intraprendenti consente di pensare a un progressivo miglioramento dello scenario.

L'autore: Antonio Lolli

Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.

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