La Norvegia, come avevamo già avuto modo di notare negli anni scorsi, vanta uno dei tassi di lettura più alti in Europa: secondo un report pubblicato nel 2022 dall’Associazione degli editori norvegesi, ma relativo all’anno precedente, l’ultimo dato aggiornato segna all’83% la percentuale di lettori norvegesi. Le biblioteche giocano un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo traguardo: infatti, i libri letti provengono al 16% dalle biblioteche – superando le librerie online (13,5%) – e il 32% della popolazione afferma di aver preso in prestito da una biblioteca almeno un libro.
Non è un caso che proprio in Norvegia esistano strutture innovative come la Biblo Tøyen o la Deichman Bjørvika, la biblioteca pubblica della capitale norvegese, Oslo, che nel 2021 si è aggiudicata il premio come miglior nuova biblioteca pubblica del mondo. Nata quando il cancelliere e uomo d’affari norvegese Carl Deichman ha lasciato in eredità la sua collezione di 6mila libri ai cittadini di Christiania (oggi Oslo) nel 1785, nel 2020 è stata inaugurata la nuova sede – situata sul lungomare di Oslo, accanto alla celebre Opera House –, un edificio di sei piani che si è distinto per aver combinato un’architettura moderna e funzionale con soluzioni informatiche creative, coinvolgendo tecnologie digitali e cultura locale.
Si tratta di una struttura di 10.000 mq destinati al pubblico – progettato dagli architetti Lund Hagem arkitekter e Atelier Oslo – con 1.200 posti a sedere, aperto dalla mattina presto fino a tarda sera, tutti i giorni dell’anno. Ospita circa 450.000 libri, oltre a una serie di sale polivalenti, un cinema, spazi dedicati agli studenti, aree bambini e aree ristoro, vari laboratori, offrendo accesso alle più recenti tecnologie digitali avanzate, come stampanti 3D, apparecchiature audio e anche uno studio per registrare podcast.
«Siamo una casa per le persone e creiamo incontri, dibattiti e conversazioni. Le biblioteche ormai sono diventate molto diverse di un tempo: i libri sono ancora con noi e sono importanti, ma circa il 60% di chi frequenta la biblioteca non viene per prendere in prestito un libro» ha affermato il direttore della biblitoteca Knut Skansen.
La Deichman Bjørvika accoglie anche opere d’arte e progetti culturali, come la cosiddetta Biblioteca del futuro. All’interno di una stanza chiamata Silent Room, vengono custoditi dei manoscritti che non potranno essere letti fino al prossimo secolo, più precisamente fino al 2114. Nello specifico, la Future Library (o Framtidsbiblioteket in norvegese), è un progetto ideato dall’artista scozzese Katie Paterson nel 2014 che prevede di raccogliere ogni anno, per cento anni, il manoscritto inedito di un’autrice o un autore internazionale che venga custodito in apposite teche all’interno della stanza del silenzio. L’obiettivo è quello di riflettere sul ruolo dell’umanità attraverso lo scorrere del tempo e invitare le persone a guardare al futuro.
La sala è costruita con legno proveniente dalla foresta di Nordmarka, dove all'inizio del progetto sono stati piantati mille abeti rossi che verranno poi utilizzati per ricavare la carta sulla quale stampare i cento manoscritti. La prima autrice ad aver scritto un testo da conservare nella Biblioteca del futuro è stata la canadese Margaret Atwood, autrice del Racconto dell’ancella e vincitrice nel 2019 del Booker Prize, il più importante premio letterario britannico. Dopo di lei, tra gli altri, ci sono stati il poeta islandese Sjón, la scrittrice turca Elif Shafak e la scrittrice sudcoreana Han Kang.
Laureata in Lettere all’Università degli Studi di Verona, ho conseguito il master Booktelling, comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica di Milano che mi ha permesso di coniugare il mio interesse per i libri e l’intero settore editoriale con il mondo della comunicazione digital e social.
Guarda tutti gli articoli scritti da Elisa Buletti