Qualche giorno fa
condividevamo i dati pubblicati dal
Pew Research Center a proposito dell’ultima indagine sulla percezione che si ha, negli Usa, del servizio bibliotecario. Scoprendo, tra le altre, che l’interesse del pubblico è elevato – soprattutto riguardo alle infrastrutture educative e scolastiche –, ma gli indici di frequenza sono ancora lontani dal toccare livelli soddisfacenti. Spostandoci dagli Stati Uniti all’Europa, il
governo della Comunità autonoma della Catalogna – che meno di una settimana fa pubblicava un report sulle
abitudini di lettura dei suoi cittadini – ha indagato le ragioni che spingono qualcuno a essere
«non-utente» di un servizio bibliotecario, coinvolgendo in una ricerca quel
45% di catalani ultraquattordicenni che ha dichiarato di non aver messo piede in biblioteca nel corso degli ultimi 12 mesi.
Il report – intitolato Estudi de persones no-usuàries de biblioteques – è consultabile apertamente in lingua catalana e si propone di scoprire le abitudini culturali e i profili sociodemografici dei non-utenti, chiedendosi cosa li spinga ad assumere questo comportamento e quale sia la percezione che hanno delle infrastrutture e dei servizi di pubblica lettura. Il campione sondato telefonicamente è composto da
1.205 cittadini di età superiore o uguale a 14 anni, divisi equamente tra ex-utenti e non frequentatori.
Il 54% dei non-utenti si colloca nel segmento anagrafico 50-64 e il 55% in quello 65+, evidenziando la forte correlazione esistente tra pensionamento e «abbandono» della biblioteca. Il 55% di coloro che negli ultimi 12 mesi non hanno visitato alcuna biblioteca non ha un’istruzione superiore; mentre – in relazione al genere – gli uomini sono non-frequentatori molto più delle donne, raggiungendo un livello del 48%.
Per quanto riguarda la percezione che i non-utenti hanno dell’infrastruttura di pubblica lettura, il 46,6% di loro guarda alla biblioteca come a uno spazio culturale, il 27,4% la riconosce come luogo per lo studio, mentre il 14,7% la considera un posto nel quale trascorrere il tempo libero. Solo l’1,9% degli intervistati associa la biblioteca alla tecnologia e al digitale.
Il 31,3% del campione dichiara che non andrà o non tornerà in biblioteca, indipendentemente dalle eventuali modifiche che potranno coinvolgere l’infrastruttura, il suo assortimento e il personale. Mancanza di tempo e di novità editoriali sono le ragioni che più frequentemente motivano la defezione, mentre personale competente, location comode da raggiungere e cataloghi ricchi e attuali sono le ragioni che motivano gli utenti a tornare.
Per quanto riguarda le abitudini e i pregressi culturali degli intervistati, il 23% di loro dichiara di non aver potuto disporre di una biblioteca scolastica, il 27% ne ha invece un ricordo negativo.
La «necessità» della lettura, inoltre, viene avvertita con più forza dalle donne rispetto agli uomini (73% vs 63%); mentre l’uso «professionale» della biblioteca (riconosciuto dal 19,2% degli intervistati) è condiviso più dagli uomini (25%) che dalle donne (14%). La metà dei non-utenti più giovani (15-24 anni) riconosce comunque nella biblioteca un luogo di studio e di apprendimento.
L’81% dei catalani che non vanno in biblioteca non possiede nessun libro in formato digitale e il 14% ha meno di 25 libri cartacei in casa. Il 79,9%, inoltre, non è membro di alcuna associazione culturale: la propensione all’adesione aumenta al crescere del livello d’istruzione, in accordo con quanto avviene nella popolazione catalana in generale.
Il giorno prima del sondaggio, l’84,9% degli intervistati ha fruito un contenuto audiovisivo e il 76,9% ha ascoltato musica. È trascorso più di un anno, invece, da quando il 47,2% ha assistito a un concerto, il 45,5% è andato al teatro e il 37,5% ha visto un film al cinema.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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