Chi mastica di editoria per ragazzi o di editoria scolastica per la scuola primaria sa bene che l’articolazione dell’offerta al target infanzia-ragazzi è molto fine, siamo in piena età evolutiva e sappiamo che un libro fatto per un bimbo di quattro anni non va bene per un bimbo di sei. Capacità di comprendere i caratteri, percezione delle immagini, gusto, permeabilità al mondo esterno sono criteri
che diversificano enormemente l’offerta editoriale tradizionale per il mercato dei piccoli lettori in età compresa fra i due e i dodici anni.
L’arrembaggio dell’offerta digitale su questo target è stata a lungo ignara di tale dogma, complice il predominio dell’immagine sul testo e la fluidità del testo stesso. Solo da pochi mesi nelle vetrine
dei tablet si comincia a distinguere la fascia d’età di destinazione, con robuste approssimazioni, ma con informazioni di ritorno piuttosto interessanti soprattutto sulle scelte d’acquisto dei genitori. È poi
recentissima l’introduzione nel mondo Web di nuovi strumenti di monitoraggio che consentono di confrontare i comportamenti d’acquisto tra diversi Paesi e mercati (prima fra tutti l’App Annie –
www.appannie.com).
Insomma, in un mercato – qual è il digitale – tradizionalmente tirchio di informazioni oggettive e prodigo di bufale vendute a caro prezzo, si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel.