A pochi giorni dall’intervento delle associazioni editori
a sostegno dei colleghi turchi, un ulteriore episodio di repressione della libertà di espressione, questa volta in
Mauritania, ha suscitato forte preoccupazione e l’intervento immediato di IPA.
Un’influente organizzazione religiosa musulmana, il forum degli Imam e degli Ulama, preme affinché sia eseguita la condanna a morte di Mohamed Ould Cheikh Ould Mkhaitir, arrestato il 2 gennaio 2014 con l’accusa di apostasia dopo avere scritto un articolo in cui criticava la discriminazione su base religiosa di alcuni gruppi etnici in Mauritania.
L’organizzazione statunitense Freedom Now, che guida la
campagna in difesa di Mkhaitir, riferisce che il processo al blogger è stato viziato da numerose irregolarità, oltre al fatto che ben tre avvocati assegnati a Mkhaitir hanno rinunciato al caso dopo avere ricevuto minacce di morte. Nonostante si sia pentito e scusato pubblicamente per quanto aveva scritto,
Mkhaitir è stato condannato a morte per fucilazione.
La situazione è precipitata pochi giorni fa, quando il forum degli Imam e degli Ulama ha chiesto che la condanna sia eseguita. Nonostante in Mauritania non si eseguano più le condanne alla pena capitale da quasi trent’anni, l’intervento dell’organizzazione religiosa nella vicenda fa temere per la sorte di Mkhaitir, data la forte influenza dell’ organizzazione sulla vita politica e sociale del paese.
«Il governo della Mauritania sta subendo l’enorme
pressione del Forum degli Imam e degli Ulama, che vuole fare di Mkhaitir un esempio togliendogli la vita»
ha dichiarato il presidente di IPA Richard Charkin, che ha poi continuato: «ci appelliamo al governo mauritano affinché i progressi fatti nel corso di quasi trent’anni non siano annullati. Sarebbe un grave errore ritornare alle esecuzioni delle condanne a morte ora, soprattutto nei confronti di un uomo che non ha fatto altro che
esprimere le proprie idee attraverso la scrittura».
Il presidente dell’associazione editori mauritana, Selami Ahmed El Meki, ha aggiunto: «Non vogliamo altro che pace e sicurezza per la Mauritania e che il nostro paese vada avanti senza arrecare sofferenze indebite ad alcun individuo. La nostra associazione rappresenta gli editori e non il governo; crediamo pienamente nei diritti di libertà di espressione e di edizione. Crediamo inoltre che il rispetto della libertà di pensiero sia uno dei valori su cui fondare lo sviluppo dell’editoria nel nostro paese e difendere la libertà di espressione, per gli editori e per tutto il paese».
Nel 2005, dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, ho iniziato a collaborare con Aie e mEDRA, lavorando ai progetti europei per la ricerca e innovazione del settore editoriale, con particolare riferimento all’uso degli standard di gestione delle informazioni. Attualmente lavoro al progetto Aldus, la rete europea delle fiere del libro, coordinata da Aie, per l’internazionalizzazione delle imprese editoriali. Sempre per Aie, partecipo alle attività dei gruppi di lavoro Educational Publishing Forum e Freedom to Publish Committee di IPA (International Publishers Association).
Guarda tutti gli articoli scritti da Giulia Marangoni