Parlare come attori della filiera del libro con una voce sola, promuovere un’idea forte del libro e della lettura come strumenti di promozione sociale e crescita economica, sostenere l’innovazione delle aziende. A Più libri più liberi il 6 dicembre si è discusso di legge sul libro, a partire dalle misure approvate durante gli ultimi due anni dal governo nazionale. Al tavolo moderato dal presidente del Gruppo piccoli editori dell’Associazione Italiana Editori Diego Guida, il presidente di AIE Ricardo Franco Levi, quello dell’Associazione Librai Italiani Paolo Ambrosini e Luis Gonzalez, presidente della Fundación Germán Sánchez Ruipérez, partner di Aldus Up, il progetto finanziato dalla Commissione Europea attraverso Europa Creativa e che ha supportato questo incontro in agenda nel programma professionale della Fiera romana.

«Se i numeri ci parlano bene del mercato del libro – ha spiegato Levi – lo dobbiamo alle capacità di tutti gli operatori, ma un elemento fondamentale è stata la grande e intelligente risposta della politica alla crisi dell’epidemia, con l’approvazione di misure che hanno reso l’Italia un modello in Europa». Tra le misure citate da Levi, il finanziamento permanente per la 18App e gli acquisti di libri per le biblioteche nelle librerie di quartiere, ma anche la scelta di definire il libro come bene primario, gettando le basi per la sua valorizzazione anche futura. «Alla base di tutto – ha poi spiegato – c’è stato l’ascolto della politica, facilitato dal fatto che siamo stati capaci di parlare con una voce sola».

Adesso, all’orizzonte, c’è la nuova legge per il libro, che il governo vuole presentare come un collegato alla legge Finanziaria, e che sarà costruita sulla falsariga della legge già approvata per il cinema. «Il grande tema che ci siamo posti è sostenere tutti gli operatori del mondo del libro nel loro sforzo di innovazione, per affrontare le sfide del futuro e quel grande sconvolgimento che è l’irruzione nel commercio dei libri online di un operatore più grande degli altri, con i rischi e le opportunità che questo comporta».

Ambrosini, da parte sua, ha sostenuto con forza la proposta di rendere detraibili le spese per i libri: «Dobbiamo continuare a raccontare in modo diverso il libro, il suo valore sociale, come siamo stati capaci di fare durante la pandemia» ha spiegato. In questo senso, ha detto che chiedere la detrazione è un modo per «immaginare il futuro senza farsi spaventare dalle paure della politica: avere libri in casa fa la differenza, lo vediamo da tutte le ricerche. Sosteniamo le famiglie in questo sforzo: garantire loro la detrazione vuol dire che lo Stato afferma che il libro è un bene, come le medicine, e che per garantirlo il pubblico si fa carico di parte dei costi». Sempre sul fronte della lettura, Ambrosini e Levi hanno ricordato il ruolo fondamentale della campagna #ioleggoperché, progetto di AIE, per portare i libri nelle biblioteche scolastiche. L’obiettivo è fare ancora di più: Ambrosini ha chiesto di agire soprattutto sui ragazzi delle scuole secondarie, dove il progetto ha più difficoltà e dove, d’altronde, gli indici di lettura sono più bassi. Levi, invece, ha annunciato nuove iniziative per agire soprattutto sui territori più svantaggiati.

In questo percorso, i presidenti delle due associazioni italiane hanno trovato conforto dalle buone pratiche illustrate da Luis Gonzalez. Sul fronte della necessità per il mondo del libro di parlare con una voce sola, Gonzalez ha ricordato che i risultati migliori raggiunti in Spagna si sono avuti quando librai ed editori hanno parlato attraverso una Federazione che li riuniva, mentre in passato la politica ha sfruttato in maniera negativa per l’industria le loro contrapposizioni. Sul fronte della promozione della lettura, Gonzalez ha ricordato come il libro sia uno strumento di promozione sociale, ruolo che oggi gli è riconosciuto chiaramente da particolari settori della popolazione, come le persone migranti, ma meno da altre. Inoltre, come consulente, sta sviluppando uno studio che sottolinea come il libro abbia un impatto positivo sulla salute mentale, ma anche per il contrasto di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, o il Parkinson. Più in generale, ha spiegato, va promosso una «nuova concezione» della lettura che vada oltre alla retorica della lettura come momento di svago, mettendo invece in risalto il suo valore sociale e di strumento per accrescere il bene individuale.

L'autore: Samuele Cafasso

Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.

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