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Mercato

Usa, crescono le industrie creative: nel 2015 valgono 1.235,6 miliardi di dollari

di Camilla Pelizzoli notizia del 19 dicembre 2016

Gli anni passati non sono stati facili per le industrie creative; eppure, proprio in questi anni si sta affermando la loro importanza per l’economia di molti Paesi (ne abbiamo parlato, ad esempio, in riferimento alla Spagna), e la sua resilienza sta ottenendo risultati spesso più positivi rispetto agli andamenti generici dei mercati.

Gli Stati Uniti, in questo caso, non fanno eccezione: il report pubblicato dall’International Intellectual Property Alliance (IIPA), relativo all’andamento del mercato tra 2012 e 2015, conferma che l’anno scorso i settori principali legati al copyright – libri, giornali e riviste, musica, videogiochi, televisione e film – hanno contribuito con un indotto di 1,2 migliaia di miliardi di dollari (precisamente 1.235,6 miliardi), cifra che equivale al 6,88% dell’economia statunitense. Senza contare che il settore, per usare le parole della prefazione al report, scritta da Kevin M. Rosenbaum and Steven J. Metalitz dell’IIPA, «crea più lavoro, e meglio pagato; cresce più velocemente del resto dell’economia statunitense; e contribuisce sensibilmente all’export degli Stati Uniti, sorpassando molti settori industriali. […] La World Intellectual Property Organization (WIPO) è diventata fortemente consapevole del significato delle industrie del copyright per le economie nazionali, e del collegamento con la loro crescita economica, l’innovazione tecnologica e la diversità culturale».

Affermazioni molto positive supportate dai dati sull’occupazione nel settore: sono infatti 5 milioni e mezzo i lavoratori impiegati nelle industrie creative, ovvero il 3,87% dell’intera forza lavorativa statunitense (il 4,57% se si considerano solo le imprese private). E il loro reddito medio annuo è di circa 93.221 dollari, una cifra che supera di gran lunga la media nazionale (67.716 $), forse anche per effetto dell’industria cinematografica.

Inoltre, nel periodo analizzato dal report (2012-2015), questi settori sono cresciuti complessivamente del 4,81% di media ogni anno, più del doppio dell’industria statunitense totale (2,11%), e l’export – come anticipato nella prefazione – è arrivato a valere 177 miliardi di dollari, in crescita rispetto agli anni precedenti, e superiore rispetto ai risultati di alcuni dei principali settori del mercato americano (come l’industria chimica, esclusa quella farmaceutica, quella aerospaziale e quella agricola).

Fonte: Copyright Industries in the U.S. Economy. The 2016 Report by Stephen E. Siwek, Economists Incorporated
Prepared fro the International Intellectual Property Alliance®

E queste cifre salgono ulteriormente nel momento in cui si vanno a comprendere nelle rilevazioni l’industria dei contenuti «totale», ovvero non solo i settori principali, ma anche quelli in qualche modo interdipendenti. In questa categoria rientrano le industrie che trattano «parzialmente» i contenuti protetti da copyright, come quella del giocattolo, o dell’abbigliamento; l’industria di «supporto non dedicato», ovvero quelle realtà che distribuiscono (tanto al pubblico quanto ad altre realtà lavorative) sia contenuti protetti da copyright, sia materiali di vario genere, che è composta essenzialmente da servizi di logistica, rivendita e telecomunicazione; infine, i settori interdipendenti propriamente detti, che includono coloro che producono e vendono materiali la cui funzione è quella di facilitare la creazione, la produzione o l’uso dei contenuti prodotti dalle industrie principali (come ad esempio l’industria della carta per l’editoria).
Gli occupati infatti salgono a 11,4 milioni (7,95% di tutta la forza lavorativa degli Stati Uniti), con un reddito annuo medio più basso ma comunque superiore alla media nazionale (82.117 $ l’anno), e il settore in generale mostra una crescita del 3,87% (di nuovo più bassa rispetto al settore «ristretto», ma comunque più alta in confronto all’economia statunitense nella sua totalità).

Fonte: Copyright Industries in the U.S. Economy. The 2016 Report by Stephen E. Siwek, Economists Incorporated
Prepared fro the International Intellectual Property Alliance®

Sarebbe interessante poter osservare quanto di questo reddito sia effettivamente prodotto dall'industria editoriale, e quale sia il suo apporto rispetto agli altri settori; ma purtroppo il report non offre una segmentazione di questo tipo. Possiamo sperare che future edizioni di questo studio rendano più semplice l'analisi delle varie industrie dei contenuti. 

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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