Mercato

Italia, futuro on the cloud

di E. Draghi notizia del 12 marzo 2012

La Business Software Alliance (Bsa), un’organizzazione internazionale che rappresenta gli interessi di un centinaio di aziende che producono software attive a livello mondiale, ha condotto uno studio noto come Global Cloud Scorecard secondo il quale l’Italia sarebbe il sesto Paese al mondo e il secondo in Europa che beneficerà della rivoluzione del cloud computing. Prima di noi solo Giappone, Australia, Germania, Stati Uniti e Francia.
Pare infatti che l’Italia sia uno dei pochi Paesi ad avere già una legge valida per il cloud. La nostra normativa sul diritto d’autore tutela infatti anche questi contenuti, agevolando il flusso dei dati attraverso i confini nazionali; questo sebbene vi siano ancora delle problematiche da risolvere per quanto riguarda l’attuazione pratica delle leggi stesse. Ma non solo: la legislazione italiana è particolarmente accurata per quanto riguarda i reati di cybercrime nonostante la fisiologica lentezza della procedura processuale del nostro Paese costituisca un ostacolo non da poco per quanto riguarda l’incertezza sull’enforcement.
Quello che però agevolerà più di ogni altra cosa gli italiani a usare gli strumenti di cloud è la loro familiarità con i social network (Facebook su tutti).
Su di essi trasferiamo foto, video, musica, pensieri e il Web, sempre più accessibile e usato in situazioni di mobilità grazie agli smartphone, è il mezzo attraverso il quale tutti i nostri documenti sono sempre a portata di mano. Il principio del cloud computing è proprio questo.
La tecnologia cloud avrebbe enormi potenzialità per lo sviluppo della nostra economia e, certamente, se finalmente si attuasse il piano nazionale per la diffusione della banda larga, il futuro sarebbe un po’ più vicino. La Bsa sostiene che, in tempi di crisi, la diffusione cloud computing darebbe un impulso incredibile all’economia mondiale. C’è da chiedersi cosa stiamo aspettando.