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Mercato

Giappone: mercato editoriale in calo del 3,4% nel 2016. Bene gli e-book

di Antonio Lolli notizia del 24 maggio 2017

Nel 2016 è continuato il segno negativo per il settore editoriale in Giappone, già evidenziato l’anno precedente. Un declino iniziato in realtà ben vent’anni fa: era il 1996 – l’annus horribilis per l’editoria giapponese – quando è comparso il primo segno negativo nelle vendite di libri e riviste dopo un lungo periodo di espansione ininterrotta. Basti pensare che dal 1996 al 2013 le vendite sono diminuite complessivamente del 36%, con un -42% per giornali e riviste e un -28% per i libri. 
Secondo i dati resi noti dal Research Laboratory of the Publishing Science, nel 2016 il fatturato si è attestato a 1.470 miliardi di yen (circa 11,45 miliardi di euro), con una riduzione del 3,4% rispetto al 2015. Il giro d’affari derivante dalle vendite di libri è risultato di 737 miliardi di yen, pari a circa 5,9 miliardi di euro, con un calo dello 0,7% rispetto al 2015, mentre quello delle riviste di 734 miliardi di yen (circa 5,6 miliardi di euro).
In questo quadro caratterizzato da segni meno, si conferma la continua crescita degli e-book: +13,2% nel 2016, con un fatturato di 25,8 miliardi di yen (200 milioni di euro). Oltre la metà delle pubblicazioni digitali è rappresentata da versioni in formato elettronico di manga e fumetti, categorie per le quali in Giappone la transizione al digitale sembra essere più veloce rispetto alle altre.

Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2015, nel Paese del Sol Levante sono attive 3.489 case editrici, di cui 2.660 con sede a Tokyo. La maggior parte sono realtà medio-piccole: il 52% ha meno di 10 dipendenti, mentre il 23% da 11 a 50. Tra i principali editori figurano Kōdansha, che pubblica libri, riviste e manga, Shūeisha, attiva soprattutto nei manga (ha pubblicato tra gli altri Dragon Ball e Naruto) e Kadokawa, anch’essa con un focus particolare sull’universo manga.
Il numero delle librerie fisiche presenti nel Paese continua a subire ingenti diminuzioni, influenzato anche dal rapido aumento degli store on line. Negli ultimi 15 anni infatti il numero di librerie fisiche è diminuito di un terzo, attestandosi ai 13.488 esercizi attivi nel 2015.

Un settore che invece non risente di alcun tipo di crisi è quello dei social network, come abbiamo evidenziato in un articolo di alcune settimane fa. Tra i social diffusi anche nel nostro Paese è Twitter a fare la parte del leone, con 40 milioni di utenti attivi al mese, seguito da Facebook con 26 milioni. Il social di Zuckerberg in Giappone viene utilizzato più per motivi professionali che di svago. I giapponesi tengono molto alla propria privacy e preferiscono Twitter, soprattutto nel tempo libero, in quanto consente una forma di comunicazione più anonima. Ma il vero boom del 2016 è stato registrato da Instagram, con 12 milioni di utenti al mese e un incremento del 37% rispetto al 2015. 

L'autore: Antonio Lolli

Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.

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