«Sviluppare e vendere e-reader di proprietà è l’unica via percorribile per i retailer nazionali che vogliano competere con il Kindle» questa l’opinione di Richard Charkin, direttore esecutivo di Bloomsbury e relatore al Google panel a Francoforte.
Come è naturale, la maggior parte delle vendite di e-book passa infatti attraverso gli store collegati ai device (come l’iBookstore o il Kindle appunto) mentre i bookstore che propongono un’offerta digitale ma non un proprio reader non sembrano incidere in misura significativa sulla fatta di mercato di Amazon.
Forse è sull’onda di considerazioni simili che Weltbild e Hugendubel, due grandi bookstore tedeschi (il primo anche editore), hanno lanciato la scorsa settimana un proprio device e (dicono insistenti rumors) a breve potrebbero essere seguiti anche dall’American Booksellers Association.
Intanto è stata una settimana di intense partnership quella che si sta chiudendo per Kobo. Martedì la piattaforma canadese ha infatti reso noto il deal con la celebre catena francese che a partire da questa settimana venderà i propri e-reader in 81 punti vendita Fnac (dove sono previste anche demo dimostrative per far conoscere le funzionalità del device ai lettori) e nello store on line del retailer d’Oltralpe. Praticamente identico l’accordo firmato con WH Smith e annunciato alla Buchmesse di Francoforte che segna un’importante partnership con la catena di librerie più diffusa di Gran Bretagna.
Mentre Fnac ha già da tempo scelto di affiancare al business del libro di cartaceo quello del digitale, per WH Smith si tratta invece di una nuova scommessa che, secondo il Guardian, porterà nel mercato inglese un catalogo digitale di oltre 3.2 milioni di titoli di cui uno di e-book gratuiti, e nelle tasche della catena profitti per 23 milioni di sterline (con una stima di crescita del 4%).
Un passo importante, in entrambi i Paesi, per offrire ai lettori un’alternativa all’altezza di Amazon.