È stato assegnato alla libreria Il libro con gli stivali di Mestre il Premio Roberto Denti 2015 alla libreria per ragazzi dell’anno.
Promosso da Associazione italiana editori e da Andersen, il premio seleziona annualmente la migliore fra le librerie per bambini e ragazzi e nasce da un lato per sottolineare il ruolo e il valore di questi fondamentali presidi di cultura sul territorio, dall’altro per ricordare la figura e l'impegno di Roberto Denti giornalista, scrittore e soprattutto, fondatore, insieme a Gianna Vitali, della storica Libreria dei Ragazzi di Milano. Ne abbiamo parlato con Nicola Fuochi, libraio e proprietario, che riceverà il premio ufficialmente sabato 23 maggio nell’ambito della 34ma edizione del Premio Andersen che si terrà a Genova al Museo Luzzati.
Ci racconti la vostra libreria: come è nato il progetto e quali sono state le difficoltà e le soddisfazioni di questi primi 9 anni di vita?
La libreria è nata nel 2006, come risultato dell’unione di professionalità differenti (librai e attori), partendo dal presupposto che già all’epoca ci fossero tutti i segnali per capire che una libreria, anche se per ragazzi ma di tipo tradizionale, avrebbe avuto grosse difficoltà a resistere sul mercato per il tempo necessario ad affermarsi: Insieme a Vera Bellotto, libraia, e a Susi Danesin e Gaetano Ruocco Guadagno, entrambi attori, abbiamo quindi pensato a un progetto per molti versi originale: Il libro con gli stivali del 2006 era rappresentato da un grande spazio, in cui coesistevano la libreria in senso stretto e una serie di iniziative laboratoriali e teatrali. Nel 2008 poi abbiamo deciso, in un momento di grandi incognite, di rilanciare il progetto nel senso di una ulteriore specializzazione, rinunciando allo spazio per le attività e spostandoci più in centro, con uno spazio fisico più piccolo ma mantenendo (e ormai anche accrescendo) il numero di titoli a scaffale. Oggi abbiamo una libreria per ragazzi con un assortimento che tende a sconfinare nelle proposte per adulti, importanti attività di promozione della lettura e una compagnia di teatro ragazzi, improntata allo stesso spirito della libreria: il desiderio di parlare a tutti, attraverso le età, cercando per quanto riusciamo di tenerci lontani dalle proposte banali.
Secondo voi cosa può fare la filiera per aiutare i ragazzi a scoprire la lettura e a mantenere accesa questa passione?
Nel nostro approccio siamo stati molto influenzati dal modo di lavorare di Roberto Denti, cui è intitolato il premio che ci è stato assegnato, e che conoscemmo nel 2006: cerchiamo di basare il nostro lavoro sulla conoscenza dei libri e sulla relazione con i lettori; da noi quasi tutte le vendite sono assistite dai librai: questo vuol dire non cercare di cavalcare le mode e le tendenze ma mettersi in ascolto di chi si ha davanti. Il mio sogno è che in Italia sempre più librai lavorino così, e che questo modo di lavorare venga riconosciuto come un importante presidio di cultura.
La crisi è stata particolarmente dura per le librerie indipendenti. Secondo voi, quali della attività che svolgete o cosa del modo in cui avete impostato il vostro lavoro vi ha aiutato a tamponarla?
Premetto che oggi, con le profonde trasformazioni in atto, solo con un grande atto di presunzione ci si può permettere di indicare la via ad altri. Per quanto ci riguarda, credo i nostri punti di forza consistano nella differenziazione delle attività e in parte delle committenze, lavorando in ambiti diversi ma complementari, che ci permettono di mantenere e comunicare una forte (per alcuni tra coloro che ci osservano fortissima, quasi eccessiva!) identità. Sul nostro territorio anche chi non si appoggia a noi ci conosce come presidio di qualità: non so se questa sarà nel tempo una formula vincente, ma mi sembra che tra gli indipendenti formule differenti non abbiano avuto molto successo.
La motivazione con cui vi è stato assegnato il premio è «Per aver costruito, in meno di un decennio, un punto di riferimento importante e dinamico per il proprio territorio nell’ambito della cultura e della narrazione per l’infanzia; per aver saputo affiancare e supportare la gestione di una moderna libreria specializzata con azioni originali, divertenti, colte, competenti e coinvolgenti di educazione alla lettura per le differenti fasce d’età, anche con attività di teatro ragazzi e iniziative rivolte agli adulti, senza mai sottrarsi alla responsabilità democratica e all’impegno civile di fronte ai grandi temi che attraversano la società italiana». Ve la sentite di dare cinque consigli ai librai che gestiscono librerie per ragazzi?
Rifacendomi a quanto dicevo prima, dovrei rispondere di no, che non me la sento! Provo allora ad offrire alcuni punti su cui riflettere: sul piano gestionale, una difficoltà enorme per noi consiste nel conciliare la scelta ampia e approfondita con il controllo del magazzino e delle condizioni di fornitura: credo che un dialogo più serrato con gli editori offrirebbe più consapevolezza a entrambi e forse allenterebbe le pressioni delle reti promozionali (vana speranza?); credo poi che una riflessione continua sulle ragioni per le quali facciamo il nostro lavoro, senza mai adagiarsi su un punto di arrivo, sia condizione fondamentale per rimanere vivi anche su un piano commerciale; non smettere mai di creare nuovi lettori, questo lo credo veramente fondamentale, per ogni libraio: pensare di rubarceli a vicenda è comunque un gioco a perdere; infine, forse la cosa più importante, l’auspicio che si creino delle reti, oneste, schiette, per quanto possibile coese e coerenti, per offrire gli uni agli altri supporto sotto vari punti di vista, e magari, chissà, un domani si riesca ad arrivare a essere maggiormente riconosciuti anche a livello istituzionale.