Metadati ed editoria, da qui passa il fil rouge dell'innovazione

Forse non si presentano bene, ma bisogna ammetterlo: i metadati sono sempre più uno strumento fondamentale per gli editori per comunicare al meglio la propria offerta editoriale. Per ciascun titolo contribuiscono infatti alla ricercabilità sui motori di ricerca e nelle banche dati, alla reperibilità nei canali di vendita, on line e tradizionali, alla visibilità in store e social network e alla citabilità nei blog e nelle comunità accademiche e professionali. Non solo in campo bibliografico e catalografico ma anche in ambito editoriale e commerciale, una corretta gestione dei metadati diventa quindi sempre più fondamentale, in prospettiva di una crescente integrazione e interoperabilità tra sistemi, infrastrutture e metalinguaggi.
Tema di una delle sessioni parallele di Editech, l’appuntamento con l’editoria digitale organizzato dall’Associazione italiana editori (Aie), sarà allora l’importanza strategica dei dati e dei metadati nella progettazione editoriale, nella distribuzione e nella comunicazione al cliente/lettore.
Per David Renard della società americana MediaIDEAS, grazie ai costi di distribuzione ridotti al minimo e al fatto che, al giorno d’oggi, tutti possono diventare produttori di contenuti, sta diventando sempre più difficile far sì che il proprio contenuto sia davvero visibile, ascoltabile e leggibile. Come possono i social media, Google, le mail, le app e l’interattività accrescere la ricercabilità dei contenuti? Come fare a rendere i propri contenuti editoriali rintracciabili?
Ne discuterà anche Graham Bell, Chief data architect di EDItEUR, l’organizzazione internazionale che si occupa di standard per l’editoria. Nella sua presentazione verranno illustrati casi pratici di corretto utilizzo degli standard per creare servizi a valore aggiunto.
Kristen McLean di Bookigee, innovativa start-up di Miami, presenterà l’agile publishing, una metodologia connessa all’analisi dei dati, che punta ad accelerare la produzione, ridurre l’inefficienza e riorganizzare l’industria editoriale del ventunesimo secolo.