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Librerie

Librai e social: i consigli per sfruttarli al meglio

di A. Boscaro - The Vortex notizia del 28 gennaio 2015

Come recita la legge di Kranzberg, la tecnologia «non è in sé né buona né cattiva né tanto meno neutrale» rispetto alla realtà su cui interviene. Naturalmente neppure Internet sfugge a questa
regola ferrea cambiando il comportamento dei consumatori: in Italia vi sono 1 milione di acquirenti di e-book e poco meno di due milioni di lettori e, più in generale, 16 milioni di persone che usano l'e-commerce mutando le proprie abitudini nei confronti dei tradizionali esercizi commerciali quali le librerie (ma le cose sono andate peggio ad altre tipologie di esercenti come le agenzie di viaggio, i negozi di abbigliamento, gli assicuratori sotto casa).
Sono numeri che crescono, benché in modo non esplosivo, e che mutano il rapporto fra case editrici, librerie e lettori: le librerie on line oggi pesano il 13,8% (+ 8% rispetto al 2013).  
Cosa può fare dunque una libreria di fronte a questo trend? Semplice: non guardare al digitale come ad un nemico, ma come ad un alleato per rafforzare ancor più il proprio ruolo di soggetto
capace di fornire non solo un bene, ma un’assistenza e una relazione al proprio cliente lettore.
I social media, in particolare, amplificano e rendono maggiormente pubblica l’identità delle persone e delle imprese e permettono una comunicazione diretta e informale, oltre che paritaria, fra i due interlocutori: per questo motivo rappresentano una enorme opportunità per il mondo del retail in termini di creazione di eventi, di assistenza, di relazione continua, di stimolo alla lettura, di costruzione di una comunità di interessi, soprattutto sul territorio.
Facebook è certamente il luogo principe delle relazioni personali. Premesso che la scelta migliore per essere presenti su questo social network come libreria è creare una pagina aziendale, è possibile
usare anche il proprio profilo a fini professionali a patto che si sappia che questa è una strada senza ritorno: avere fra i propri amici i propri clienti non vuol dire infatti non poterlo usare con un taglio personale, ma tanto meno vuol dire usarlo solo per parlare di lavoro.
Sarà quindi importante ricordarsi di dare un’immagine di noi positiva ed affidabile, non censurando la rappresentazione della nostra vita privata, ma rendendola capace di valorizzare, dal punto di vista
umano, la nostra figura professionale.
La pagina della liberia poi dovrà puntare ad essere seguita dai propri clienti perché capace di offrire assistenza, dare suggerimenti in merito ai nuovi arrivi, ai trend ed alle «chicche», raccontare storie,
dare dati e informazioni, presentare notizie all’interno di un vero e proprio «piano editoriale» che sottolinei le nostre competenze e i valori della nostra attività.
In questo modo stringeremo relazioni ancora più forti con i nostri clienti e potenzialmente con i loro contatti.
Twitter, il blog personale, la cura di un canale professionale su Youtube con dei video tutorial o su Pinterest, in ambiti editoriali dove l’immagine e il design sono fondamentali, sono tutti ambienti per
accreditare le competenze sul mercato
e per aumentare il valore del proprio «biglietto da visita» quando si mostra ai clienti la nostra professionalità e la si mette al servizio delle loro esigenze.
Google è, come si sa, il luogo della ricerca ed è il punto di partenza delle verifiche che i clienti fanno: pertanto è il posto dove farsi trovare e dove essere sicuri che vengano trovati i luoghi della nostra
«identità digitale», vetrine capaci di suscitare affidabilità e sicurezza. Insomma, la nostra «reputation».
Ecco perché occorre curare e distribuire la nostra presenza in più ambiti affinché chi cerca noi o un’altra libreria sullo stesso territorio trovi fra i primi risultati il nostro sito aziendale, il negozio
dove lavoriamo su Google Maps – oggi tutt’uno con il social network di Cupertino, Google+ –, il blog professionale, l’account Twitter, i post o i commenti lasciati su blog del nostro settore, ed infine il profilo Facebook.
Recensirsi su Google Maps è semplice – occorre registrarsi a partire da http://places.google.com/ – e consente di personalizzare con foto, informazioni e aggiornamenti il proprio profilo per renderlo differente rispetto a quello dei concorrenti.
Su Google possiamo poi testare noi stessi e le ricerche che i nostri potenziali clienti farebbero per informarsi. A tale scopo sono particolarmente utili:

  • Google News Alert, il servizio di email alert utile per monitorare testi e conversazioni dove possano essere stati pubblicati i nostri nomi, i nomi della nostra libreria e dei concorrenti e quelli di prodotti e servizi così come ci aspettiamo che un utente li possa cercare;
  • le ricerche su Twitter per essere sempre aggiornati su chi ha scritto informazioni su determinati temi e osservare le persone che ne parlano più frequentemente e con più seguito;
  • forum, blog, community sul territorio a cui potremo partecipare, così come è commercialmente efficace partecipare ai convegni ed agli incontri per mostrare la nostra professionalità e diffondere
  • il valore del nostro negozio;
  • testate e riviste del territorio dove potremo lasciare i nostri commenti o curare una rubrica nella quale aiutare i lettori a comprendere meglio le novità e la nostra offerta.

In tutto ciò non bisogna dimenticare che il 40% delle ricerche su Google oggi in Italia hanno «un intento locale»: la Rete è un’eccezionale opportunità per farsi trovare e farsi preferire da parte dei lettori.

L'articolo completo è stato pubblicato sul «Giornale della libreria». Se sei abbonato lo puoi leggere qui. Se non sei abbonato, scopri le nostre offerte d'abbonamento.

Su questi temi sarà presto on line nei principali store l'instant e-book I social salveranno la libreria? 21 buone idee per i librai di oggi e (di domani) pubblicato nella collana Quaderni del Giornale della libreria

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