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Librerie

La Svizzera dice no alla legge sul prezzo del libro

di L. Biava notizia del 13 marzo 2012

La legge federale svizzera sulla regolazione del prezzo del libro è stata sottoposta a referendum questa domenica, 11 marzo. Venti su ventisei cantoni hanno respinto la legge con il 56% degli svizzeri contrari alla proposta. Una Svizzera divisa insomma visto che la percentuale evidenzia una vera e propria frattura «geografica» dei votanti: da un lato la svizzera francofona, favorevole alla legge sul prezzo del libro, dall’altra quella germanofona contraria.
Una divisione prevedibile secondo alcuni analisti. I francofoni sono più sensibili all'idea di proteggere la diversità dell'offerta in libreria, in un paese dove i libri importati sono già molto costosi (gli svizzeri pagano i loro libri tra il 20 e il 25% in più rispetto all’Italia e le recenti fluttuazioni del tasso di cambio non hanno certo aiutato a calmierare i prezzi).
Delusa l’Associazione svizzera di diffusione radiotelevisiva, editori e librai (Asdel): «Le discussioni si sono focalizzate sui prezzi dei libri lasciando in secondo piano la questione principale che è quella della diversità culturale - hanno dichiarato a Livres Hebdo -. La legge avrebbe dovuto rallentare fenomeni come il calo del numero di librerie. Senza regolamentazione dei prezzi, la vita quotidiana delle librerie svizzere sarà sempre più difficile». Anche il sindacato dei media e della comunicazione si rammarica per la sorte della legge e si dichiara preoccupato dell'impatto economico e sociale sulle librerie indipendenti sempre più esposte alla concorrenza delle grandi catene e del commercio on line.
Soddisfatti invece coloro che vedevano nel regolamento legislativo una distorsione della concorrenza, e per i quali l’esito del referendum dimostrerebbe quanto la popolazione svizzera sia favorevole alla liberalizzazione del mercato.
Per di più il Consiglio federale, inizialmente contrario al prezzo fisso, ha debolmente difeso un progetto adottato dal Parlamento. Questo aveva accolto 18 marzo 2011 la proposta di imporre un prezzo fisso in tutta la Svizzera tuttavia, per effetto del sostegno di attori politici ed economici «liberistici», è stato indetto un referendum affinché la popolazione potesse esprimersi sulla legge.
È la prima volta che un Paese europeo affida direttamente alla popolazione la valutazione sul prezzo fisso del libro ma bisogna ricordare che il referendum è uno strumento espressamente previsto dall’ordinamento svizzero e usato per le più diverse leggi.
La legge abrogata permetteva di limitare gli abusi che si manifestano nel mondo del libro sotto forma di vendite sottocosto o di sconti superiori al 5% e di regolamentare il commercio di libri on line, con l'eccezione di quelli elettronici. Il prezzo unico si sarebbe applicato a tutte le opere di nuova pubblicazione edite in una delle tre lingue nazionali, pubblicate o commercializzati in Svizzera o importate a titolo professionale. La legge avrebbe autorizzato il rivenditore ad applicare uno sconto massimo del 5% sul prezzo imposto dall’editore (o dall’importatore) che è tenuto a comunicare quest’informazione prima della pubblicazione senza però l’obbligo di stamparla sulla copertina.
La durata dell’applicazione del prezzo regolamentato secondo la legge era lasciata all’editore o importatore che poteva abbandonarla, qualora l'avesse voluto, 18 mesi dopo l'entrata in commercio dell’opera.

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