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Librerie

La recessione è finita per le librerie indipendenti americane: il caso di Boulder Bookstore

di Elena Refraschini notizia del 13 aprile 2015

Attenzione, controllare i dati.

Dopo le librerie californiane Book Passage Green Apple, la nostra inchiesta sulla primavera delle librerie indipendenti americane si sposta in Colorado, celebre meta turistica per gli amanti degli sport all'aria aperta e sede di una delle più rinomate università degli Stati Uniti. 
La libreria intervistata è la Boulder Bookstore di Boulder, una delle più attive e nel movimento «buy local» del Colorado nonché, con una superficie di 1.900 mq, 75mila titoli e ben 45 librai, una delle realtà più dinamiche dello Stato.
Attiva dal 1973, abbiamo chiesto al book buyer Arsen Kashkashian di raccontarci il segreto del suo successo.

In che modo Boulder crea la propria comunità? 
Organizziamo circa cento eventi con firmacopia all'anno. Vendiamo anche i libri della Naropa University, la più grande università buddista degli Stati Uniti, collaboriamo con decine di autori autopubblicati ogni anno e gestiamo due club del libro (narrativa e poesia) ogni mese. Penso che avere le radici salde nella comunità è ciò che ci ha fatti funzionare in tutti questi anni. I nostri clienti si sentono coinvolti nel negozio: quando capita che abbiano ospiti da fuori città, li portano qui con orgoglio, come se fosse la loro libreria. 

Secondo voi, l'essere parte di una rete è importante nella vita di una libreria indipendente?
Penso che sia importante far valere le proprie ragioni, che sono anche quelle del gruppo. Siamo una libreria indipendente e non possiamo affrontare tutte queste grandi sfide da soli. Se lo facessimo, non potremmo fare altro tutto il giorno. È importante anche perché riusciamo a capire che tante delle nostre necessità sono le stesse di altre aziende: pensiamo di essere da soli e non è così, quindi i problemi in comune vanno affrontati insieme.

Nonostante i discorsi a tinte fosche sul futuro delle libreria indipendenti, il 2014 è stato in generale in anno positivo. A cosa attribuisce questo successo?
L'ultimo paio d'anni è stato stabile per noi, con un leggero aumento del giro d'affari. Non siamo certo in una fase di grande espansione, ma la recessione è finita. Con gli editori abbiamo ottenuto dei termini più vantaggiosi rispetto a qualche anno fa. Il cambiamento più grande per noi è stata la possibilità di gestire i fondi per la pubblicità cooperativa [libraio ed editore stipulano un accordo di co-operative advertising che regola la promozione di alcuni titoli]. Questo ci ha risparmiato una mole immensa di lavoro. Inoltre, grazie a termini di pagamento più generosi e persino a qualche conto deposito con editori medio-piccoli, penso che oggi una parte dei nostri libri abbia una vita sugli scaffali più lunga rispetto al passato.

Come gestite la relazione col cliente, un campo in cui la libreria indipendente è avvantaggiata rispetto ai colossi on line?
I nostri clienti parlano con persone vere, non con un algoritmo. L'intero negozio è fatto su misura per la città di Boulder. Offriamo anche uno spazio fisico meraviglioso ai nostri clienti. La nostra attività on line, in realtà, è abbastanza contenuta: vendiamo una dozzina di titoli al giorno dal sito, contro alle centinaia (ma spesso anche migliaia) che vendiamo nel negozio. Abbiamo un account Facebook e una newsletter che usiamo per fare marketing, quindi il reparto che si occupa di questo passa sicuramente molto più tempo on line rispetto a qualche anno fa, ma noi librai cerchiamo di non dedicare troppo tempo al marketing digitale dato che la libreria è ben conosciuta.

Pensa che gli eventi a pagamento siano il futuro delle attività in libreria?
Tutti i nostri eventi (tranne quelli per bambini) sono a pagamento: paghi 5 dollari per partecipare all'evento e, se compri il libro, hai uno sconto di 5 dollari sul prezzo di copertina. Per noi, il futuro è adesso.

Gestite anche la scolastica?
Vendiamo i libri della locale Naropa University e quelli di alcuni corsi di inglese e sociologia di alcuni licei locali: lo facciamo perché ci aiuta a costruire la nostra comunità, ma non è una parte importante delle nostre vendite.

Può raccontarci un'occasione in cui Boulder è stata in grado di cogliere un'occasione al volo e offrire un servizio che sarebbe stato impossibile per Amazon? 
Un libraio deve saper reagire con tempestività ai cambiamenti della comunità. Quando per esempio lo store della Naropa University ha chiuso i battenti, gli studenti non sapevano più dove trovare i libri per i loro corsi. Così, a sole tre settimane dell'inizio del semestre, ci siamo organizzati e abbiamo iniziato a vendere i manuali adottati. Abbiamo colto l'occasione al volo per offrire un servizio nuovo con tempestività.

L'autore: Elena Refraschini

Dopo aver vissuto negli Stati Uniti e in Cina mi sono stabilita a Milano. Se non ho tra le mani un libro (e tre in borsa), sono rannicchiata vicino al finestrino di un treno a lunga percorrenza, armata di diario e macchina fotografica. Lavoro nell'editoria e nella scuola, e dal 2010 mi occupo per il Giornale della libreria di storie di libri e librerie nel mondo.

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