
Anche chi non voleva leggerlo, stufo di tanti romanzi fotocopia che hanno attinto a piene mani dal filone misterico-simbolico-complottistico cui le avventure di Robert Langdon hanno aperto la strada, non può fare a meno di restare impressionato per la macchina promozionale e mediatica che è stata messa in moto dal nuovo libro di
Dan Brown,
Inferno.
Basta aprire un qualunque quotidiano di oggi, data del lancio ufficiale in libreria (non casuale ovviamente:
14/5/13 è l'anagramma numerico di 3,1415, il valore approssimato di pi greco, unità di misura per le circonferenze concentriche dei gironi dell’Inferno di Dante), per leggere almeno una recensione (positiva o negativa che sia) o un commento di qualche studioso, associazione o circolo sull’ultima fatica di Dan Brown.
Se John Crace sul
«Guardian» ha già liquidato la questione con parole al vetriolo («So già cosa ci sarà: Langdon sarà in mezzo a una cospirazione che ha aspetti soprannaturali, religiosi e politici»), anche le associazioni cattoliche come la
Catholic League non hanno esitato a schierarsi preventivamente contro il libro rilevando che «come ha fatto con
Il codice Da Vinci, Brown continuerà a mentire sulla Chiesa Cattolica» mentre la città di
Firenze sogna di essere presa d’assalto dai fan del professore di simbologia, come già successo in passato a Parigi divenuta meta di più di 30 pacchetti turistici a tema.
La vicenda, come è noto, vede protagonista lo studioso americano che si inoltrerà in una Firenze segreta e infernale alle prese con un'organizzazione chiamata Consortium, un'altra che si fa chiamare Transumanesimo e, soprattutto, coi simboli enigmatici che solo la prima cantica della Commedia può spiegare.
Il mistero intorno al libro è stato fino a oggi fittissimo, con rare anticipazioni come il titolo o la copertina con il profilo di Dante lanciate con una
campagna promozionale mondiale che ha coinvolto,
attraverso la rete, i lettori e i fan di tutto il mondo. Un mistero così fitto che gli undici traduttori italiani, francesi, spagnoli, tedeschi e brasiliani che hanno lavorato alla traduzione del testo per l’uscita contemporanea in altrettanti paesi hanno lavorato in quello che non si è tardato a definire un
«bunker» nei sotterranei di Mondadori, rendendo conto dei minimi spostamenti dal 18 febbraio al 5 aprile.
Pc super protetti, requisizione di cellulari e smartphone, divieto di portare appunti fuori dal bunker e obbligo di firma per ogni pausa (compresa quella per le sigarette) sono solo alcune delle
misure di sicurezza messe in campo da Segrate per evitare spiacevoli fughe di notizie. Secondo il reportage pubblico da «
Tv Sorrisi e canzoni» (da cui è tratta l'immagine), che ha notevolmente contribuito all’
alone di «evento mediatico» che ha assunto l’ultimo libro del professore di Harvard, i manoscritti venivano ritirati ogni sera in tre casseforti e protetti da una scorta armata che ha coinvolto 4 agenti per due mesi per essere certi che nessun documento, neppure parziale, potesse lasciare Segrate.
Un tale appartato di sicurezza, ci viene da dire, non si vedeva dai tempi di
Harry Potter e fa ben capire quanto alta sia l’
aspettativa di Mondadori rispetto al successo del volume (
Il codice da Vinci, con i suoi 80 milioni di copie vendute nel mondo, aveva raggiunto la cifra record di 4 milioni in Italia).
Intanto
qualche numero inizia ad arrivare da Amazon.it che dichiara come
Inferno sia già primo nella classifica libri, mentre si attesta al secondo posto in quella dedicata agli e-book Kindle, un ottimo
risultato anticipato dal record di pre-ordini: la versione cartacea è in top 100 da 27 giorni, mentre quella digitale da ormai 90.