
Dicesi «dragomanno», secondo la dizione di Wikipedia, «il funzionario addetto alle relazioni tra il signore franco da un lato e i Musulmani e le altre popolazioni indigene che si trovavano sotto la sua giurisdizione. In seguito il termine, nato negli stati crociati fondati in Palestina, venne utilizzato con un'accezione più generica, indicando semplicemente
un interprete conoscitore dell'arabo e delle lingue medio-orientali».
Una parola sicuramente colta, ma di certo non troppo usata nella lingua di tutti giorni. Almeno fino alla nascita, nelle scorse settimane, de
I dragomanni, un progetto nato da un'idea di
Daniele A. Gewurz,
traduttore di numerosi titoli tra cui la fortunata serie di romanzi di Jasper Fforde pubblicata da minimum fax, che, insieme a un gruppo di colleghi traduttori, ha pensato di creare una «non casa editrice» digitale.
L’intento del gruppo è quello di
curare, rivedere e pubblicare in forma di e-book traduzioni di testi fuori diritti, oppure di
testi contemporanei i cui diritti per la lingua italiana sono stati ceduti al traduttore. Non si tratta quindi di una casa editrice vera e propria, piuttosto di un progetto cui i singoli traduttori partecipano indipendentemente, scegliendo da sé che cosa tradurre, i tempi da darsi, il prezzo da imporre ai propri e-book etc. «La collaborazione – leggiamo sul sito del gruppo – viene nel coordinarsi e aiutarsi a vicenda: rivedersi l’un l’altro le traduzioni, darsi appoggio per gli aspetti tecnici e, più in generale, nell’impostazione che sarà comune a partire dalla veste grafica».
Fra gli obiettivi di questa
«non casa editrice dei traduttori», oltre a quello di far conoscere (o riconoscere) determinati testi – che saranno ricchi di apparati: introduzioni, annotazioni, nota finale – vi è quello di contribuire in maniera originale al difficile e importante discorso sulla visibilità dei traduttori.
Una bella iniziativa, insomma, che mette sotto i riflettori una professionalità, quella dei traduttori, ancora poco valorizzata nella filiera del libro nonostante, c
ome si ricorderà, circa un anno fa il Centro per il libro e la lettura abbia inaugurato la
Banca dati per traduttori editoriali, un luogo istituzionale in cui i traduttori e gli editori possono incontrarsi sicuri della reciproca serietà.
Intanto il catalogo consta già di tre titoli
Tre racconti di spettri della scrittrice vittoriana Mary Elizabeth Braddon nella traduzione di Alice Gerratana (€ 1,99); il racconto lungo
Il riparatore di reputazioni, di Robert W. Chambers, uno degli ispiratori di Lovecraft, tradotto da Daniele A. Gewurz (€ 1,99) e
L’uomo senza collo di Melinda Nadj Abonji nella traduzione di Roberta Gado (in collaborazione con la casa editrice Voland; gratuito).