
È una
guerra di logoramento quella che da venerdì scorso sta opponendo
Amazon, il retailer che secondo le ultime stime copre il
33% del mercato americano, e
Hachette Book Group, l’editore reo di aver negato al colosso di Seattle migliori condizioni di vendita per i propri titoli.
Se
il terreno di battaglia è quello dello sconto, la tattica è quella della terra bruciata: ritardi
nella spedizione dei volumi di Hachette acquistati dai lettori sul sito di Amazon.com (il
«Guardian» ha accertato che ad esserne stati oggetto sono stati senz’altro i volumi di JD Salinger, James Patterson e Iain Banks),
dalle due alle tre settimane di attesa per titoli che solitamente Amazon offre con disponibilità giornaliera (e che appunto in questi termini continuano a venire offerti su altri siti di e-commerce) e, tanto più insidioso quanto più l’utente si fida del proprio retailer abituale, la comparsa di strani
annunci accanto ai titoli degli autori della casa editrice newyorkese che suggeriscono, a chi fosse interessato all’acquisto,
libri più economici di altri autori non Hachette, come
il «New York Times» riporta essere accaduto nel caso del nuovo libro di Jeffrey Deaver.
Amazon, almeno negli States, non è certamente un alleato malneabile. Non è la prima volta infatti che adotta le maniere forti per ricondurre i propri partner commerciali a più miti (e favorevoli) consigli. Nel 2010 il braccio di ferro tra
Macmillan e Bezos si era concluso con la rimozione temporanea del bottone «Buy new» dalle pagine dell’editore, mentre due anni più tardi ad essere rimossi dalla vendita sono stati migliaia di e-book pubblicati da
editori indipendenti. Senza contare ovviamente il risultato del processo contro Apple, che di fatto a favorito più di tutti proprio lo store di Seattle (e che pare avere un ruolo anche in questa vicenda
secondo «Publisher Weekly»).
La guerra, almeno dal punto di vista del retailer, è guerra.
Tuttavia molti osservatori iniziano a chiedersi se questa strategia, alla lunga, non si rivelerà per Bezos una vittoria di Pirro. Fino a quando infatti i lettori saranno disposti a sostenere questo sistema una volta che ne sono stati rivelati i retroscena? Perché dovrebbero continuare a rivolgersi ad uno store che non garantisce spedizioni regolari quando altri competitor lo fanno?
La posizione degli editori a questo proposito è ambivalente:
Amazon è un canale irrinunciabile per qualsiasi editore (e, a riprova di ciò, sta il fatto che gli stessi autori stanno iniziando a rivolgere domande preoccupate ad Hachette rispetto alla capacità di diffusione dei propri libri), ma allo stesso tempo, mentre all’inizio Amazon ha contribuito a espandere il mercato dei libri digitali anche grazie all'introduzione del Kindle, in molti oggi hanno la sensazione che
il business principale di Amazon si sia spostato verso il ridimensionamento della concorrenza, sia essa quella di altri store on line o delle librerie fisiche.