Il 26 giugno scorso il Parlamento francese ha adottato in via definitiva la cosiddetta legge «anti-Amazon» sul prezzo dei libri venduti via Internet.
Con la nuova normativa, che in gennaio era già stata approvata dal Senato francese, diventa effettivo il divieto a fare cumulo tra la consegna gratuita e lo sconto addizionale del 5%. Alla base della politica del libro francese c’è infatti la Legge Lang del 1981 che sancisce il prezzo fisso su libri cartacei ed e-book e mira a garantire parità di accesso all’offerta da parte di tutti i rivenditori preservando la molteplicità dei canali commerciali e la diversità culturale dell'offerta cui i lettori possono accedere.
In quest'ottica, il testo della nuova legge, presentato dall'opposizione di centrodestra ma sostenuto anche dalla maggioranza, punta ad evitare che i giganti dell'e-commerce soffochino i piccoli venditori di libri con prezzi eccessivamente ridotti.
«La politica di tutela del mercato del libro e dei suoi attori è ancora più essenziale in un ambiente digitale dove recentemente si è cominciato ad assistere a casi di censura messi in atto dai colossi del settore in nome del “politically correct” (si pensi ad esempio all’esclusione di fumetti franco-belgi dall’Apple Store per la presenza di nudità). Se tali attori otterranno il monopolio della rete, i lettori non potranno più accedere a certi libri» ha commentato in un’intervista pubblicata sull’ultimo numero del «Giornale della libreria» Pierre Dutilleul, nuovo direttore della Federazione degli editori europei (Fep) e direttore delle relazioni esterne di Editis, il secondo più grande gruppo editoriale francese.
In un Paese dove ormai il 20% degli acquisti di libri passa dal Web, la nuova legge regolarizza quella scappatoia nella normativa che, di fatto, ha permesso ad Amazon e agli altri player digitali di aggirare il tetto massimo di sconto ai danni delle oltre 3.500 librerie francesi (di cui circa 600-800 indipendenti) che, non meno di quelle nostrane, stanno scontando gli effetti della crisi.
Intanto è palpabile la soddisfazione della Ministra della Cultura Aurélie Filippetti che di questa come di tante altre battaglie a favore delle librerie indipendenti si è già fatta portavoce in passato: «Le leggi sull'economia del libro suscitano sempre consenso, lo verifichiamo una volta di più. È il segno dell'attaccamento profondo della nazione al libro, dell'idea che la Francia si fa di se stessa, della sua storia e del suo futuro».
Per approfondire: L. Biava, Il valore della cultura, «Giornale della libreria», 7-8, luglio-agosto 2014.