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Librerie

Femminile familiare: cinque libraie raccontano perchè le donne sono meglio degli uomini in libreria

di S. Baccarin notizia del 11 giugno 2013

Il mondo della libreria si tinge sempre più di rosa. Le donne ad oggi rappresentano il 72% del personale librario (Editoria (ancor più) al femminile. Un modo diverso di fare libri?, Ufficio Studi Aie, marzo 2012) e il loro peso cresce anche nei ruoli direttivi. D’altro canto basta osservare come è cambiata nel tempo la composizione dei corsisti della Scuola per Librai UEM per accorgersi che dietro al bancone ci sono sempre più donne.
Ma qual è il valore aggiunto che possono apportare le donne in libreria? Riprendiamo alcuni punti dell’intervista pubblicata sul numero di giugno del Giornale della libreria (l’articolo è liberamente consultabile qui) nella quale ne abbiamo discusso con Pieranna Margaroli, che gestisce con la sorella la Libreria Margaroli di Verbania; Tamara Guazzini, presidente della Libreria Rinascita di Empoli; Lorenza Manfrotto, titolare con le sorelle Veronica e Lavinia della Libreria Palazzo Roberti di Bassano Del Grappa; Sabina Borri, a capo di Borribooks di Roma e con Daniela Bonanzinga dell’omonima libreria messinese.

Le donne sono più brave nella gestione della libreria? Come vivete questo ruolo e come si riflette nel rapporto con i collaboratori e con la clientela?

Pieranna Margaroli. Affermare che le donne sono per loro natura più brave, etichettando questo mestiere come «tipicamente femminile», significherebbe forse limitare una professione tanto complessa come quella del libraio. Indubbiamente le donne possono trovarsi più facilmente a loro agio in questo ruolo, anche perché sono la maggior parte della popolazione lettrice. Sono più numerose anche tra la nostra clientela e sono le più assidue frequentatrici degli scaffali di saggistica, in particolar modo di psicologia. La donna ha una sensibilità che le consente di esercitare del pensiero parallelo, è curiosa e non si ferma a quanto crede di conoscere, ma approfondisce ed è sempre pronta ad ampliare i suoi orizzonti.
La gestione, inizialmente guidata dall’istinto, è stata una conquista sul campo, un continuo vedere oltre le prospettive immediate, facendo scelte coraggiose in periodi molto difficili. La nostra vuole essere una libreria improntata alla qualità e al servizio, all’interno e all’esterno del punto vendita, sempre attenta alle richieste del territorio. Gestiamo l’attività in modo oculato, nel rispetto dei nostri interlocutori, dagli editori ai clienti, valorizzando l’apporto dei collaboratori e investendo nella loro formazione. Tutti i nostri ragazzi hanno partecipato al seminario della Scuola Librai, un importante momento di confronto con librai che provengono da realtà ed esperienze diverse. I nostri collaboratori, tutti ugualmente coinvolti nella missione della libreria, hanno seguito strade di assunzione diverse, ma tutti con un contratto a tempo indeterminato.

Tamara Guazzini. Per ragioni etiche anche la Libreria Rinascita tutela il collaboratore assumendo solo ed esclusivamente a tempo indeterminato. Ho cercato di imprimere alla libreria l’immagine del femminile, un’immagine che ha in sé il concetto della cura, intesa come sensibilità e capacità di intuizione, per il lavoro che si fa, per il rapporto con le colleghe e con i clienti. Le donne hanno una spiccata attenzione nei confronti dell’altro, ma sanno anche essere veloci e pragmatiche. Sono capaci di sviluppare un ottimo spirito di squadra e un forte senso di appartenenza. Sensibilità, empatia e complicità sono doti che rendono quella del libraio, una professione che si confà maggiormente al sesso femminile, con tutte le difficoltà che ne possono derivare: donna significa anche maternità, cura verso la famiglia, e una vita privata da conciliare con orari di lavoro difficili, ma una gestione femminile può venire incontro alle diverse necessità.
Credo molto nell’assortimento e nella diversificazione dell’offerta. La nostra presenza sul territorio si esprime attraverso «Viruslibro», un piccolo festival letterario giunto alla settima edizione che si svolge in un chiostro del Quattrocento ad Empoli.

Lorenza Manfrotto. Lavorare tra sorelle per noi è sempre stato un punto di forza. Abbiamo un ottimo rapporto in famiglia e al lavoro, e le nostre responsabilità si sono distribuite quasi spontaneamente per attitudini. Veronica, che è più incline a ricoprire un ruolo direzionale, è il punto di riferimento all’interno della libreria e si occupa dei rapporti con gli editori e con i dipendenti. Lavinia è la creativa, oltre ad occuparsi dell’organizzazione degli eventi, è la responsabile della cartoleria e allestisce personalmente le vetrine. Io invece mi occupo dei materiali di comunicazione e di informatica, dalla grafica ai software. Infine c’è Berni, ormai parte della famiglia, che da vent’anni ci aiuta nell’amministrazione con la sua professionalità e lungimiranza.
Le donne, proprio perché più sensibili, riescono meglio in questa professione. Una gestione femminile è più attenta agli umori dei dipendenti e al dialogo, favorendo l’armonia e lo spirito di gruppo, stabilendo un rapporto più stretto e personale con i collaboratori. Tra sorelle è più facile aiutarsi: abbiamo tutte famiglie molto numerose e ci distribuiamo il lavoro in modo che nessuna di noi debba trascurare i figli.

Sabina Borri.
La gestione femminile è molto diversa da quella maschile, perché risente dell’esperienza familiare. Più che un’imprenditrice mi sento una casalinga che si dedica al lavoro con la stessa attenzione e cura che adotta in famiglia. Dagli ordini ai rapporti con il personale, il mio è un approccio informale e quasi materno. Nella gestione cerco l’equilibrio e il servizio, studiando strategie per la miglior soddisfazione del cliente e per trasmettere il messaggio che si può trascorrere del tempo di qualità anche all’interno di una stazione. Abbiamo preferito un’esposizione tematica nei reparti, per permettere al lettore di non fermarsi alla novità, ma di trovare un’ampia scelta di titoli di catalogo pensati su misura.
L’approccio di una donna può essere più rassicurante, in particolar modo in un settore come quello dei libri per l’infanzia. A Termini, grazie alle mie libraie, il reparto per bambini è una punta di diamante, una libreria nella libreria.

Daniela Bonanzinga.
Ho avuto modo di conoscere sia la gestione maschile negli anni in cui ho affiancato mio padre, sia quella femminile, che vivo tutti i giorni in prima persona. Sono due esperienze molto diverse. In un periodo storico in cui la gestione della libreria si avvia a diventare un processo sempre più complesso, credo che l’habitus emotivo-mentale dell’essere femminile sia più sintonico al ruolo direttivo.
Ad oggi il personale della Libreria Bonanzinga si compone di sole donne. Il lavoro in libreria presuppone una grande resistenza fisica, perché si trascorrono molte ore in piedi e si spostano pesi. La sua forza fisica può essere meno concentrata, ma la donna è fisiologicamente molto resistente, una capacità data dalla sua natura primigenia. Il rapporto con le risorse umane per una donna manager può rivelarsi meno semplice, soprattutto con i dipendenti di sesso maschile. È difficile prescindere dai generi e bisogna prevenire fondamentalmente due meccanismi: l’esibizione di un senso materno da parte della titolare e un sofferto confronto con il femminile da parte del collaboratore. Per lavorare in un clima sereno è indispensabile che la forma mentis del dipendente, spesso inserito in veri e propri ginecei, gli consenta di assegnare alla donna un regime paritario. Il lavoro tende a riprodurre i costumi familiari e si nota come i rapporti più equilibrati siano resi possibili da uomini che non si sentono dei minorati accanto a una donna che lavora di più o che ricopre ruoli di più alta responsabilità rispetto a loro.

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In senso orario da sinistra: Borribooks (Roma); Libreria Margaroli (Verbania);
Libreria Palazzo Roberti (Bassano Del Grappa); Libreria Rinascita (Empoli).
Sopra: Libreria Bonanzinga (Messina)

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