
Qualche giorno fa il abbiamo dato notizia dell’iniziativa
«Io vado a Ferrara» nata dall’appello rivolto dai librai ferraresi a tutto il mondo editoriale per stare vicino alla città emiliana colpita dal terremoto.
Quaranta gradi, quaranta autori, dieci minuti queste le coordinate della maratona avvenuta in Piazza Trento Trieste, cuore suggestivo della città estense e portatrice visibile dei danni causati dal sisma.
La letteratura e l’editoria sono scese in piazza, fuori da ogni metafora, per ricordare che Ferrara è una città viva nonostante ciò che è accaduto in maggio.
Ibs ha allestito un piccolo palco di fronte alla libreria da cui per primo, Fabio Mangolini, direttore del Teatro Comunale di Ferrara – sede di numerosi eventi culturali – ha omaggiato la città emiliana. Il pubblico era tanto e, nonostante l’afa, la piazza era ghermita.
Gli autori si sono avvicendati leggendo un brano proprio o «preso in prestito» da un altro scrittore ma c’è anche chi ha preferito spendere alcune parole per ricordare che
la città non è fatta di edifici bensì di persone e queste sono unite, coraggiose e pronte a scrollarsi di dosso il ruolo di terremotati per ritornare ad essere semplicemente persone che vivono, lavorano e soprattutto non abbandonano la loro città.
C’è chi, come
Moni Ovadia, ha parlato anche di politica ed economia o, come
Wu Ming 1, di diritto al lavoro,
Gigliola Alvisi di adolescenza,
Judith Pinnock di drammi femminili e
Daria Bignardi, ferrarese di nascita, di amore per la propria terra. Una maratona dal contenuto variegato dunque, che ha dato spunti, ha fatto ridere e ha commosso ma soprattutto ha riempito la piazza nonostante pochi chilometri più a est ci fosse il frivolo richiamo della Notte Rosa.
Questo è il
segno tangibile che la letteratura ha ancora qualcosa da dire, può ancora offrire consolazione e supporto in momenti difficili e soprattutto il mondo dell’editoria e della libreria non è un’entità distante appollaiata sulla cima di una torre di libri polverosi ma sa mettersi in gioco e cerca di avvicinarsi ai lettori per guidarli e solleticare il loro interesse.
Alla conclusione di questa giornata non ci sono stati solo stanchezza e soddisfazione:
l’appello dei librai ferraresi è stato recepito e accolto con entusiasmo, per dare speranze, certezze e linfa vitale ad una città scossa ma ancora in piedi.