Sembra essere arrivata ad una svolta la vicenda giudiziaria, intentata dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, che vede coinvolti Apple e cinque dei sei grandi editori americani (Hachette, Harper Collins, Simon & Schuster, Penguin e Macmillan) accusati di collusione relativamente alla fissazione dei prezzi dei loro e-book.
Fino al 2010, anno in cui Apple lanciò l’iPad, il mercato americano degli e-book era largamente dominato da Amazon che non ha mai nascosto di puntare a guadagnarsi la propria fetta di mercato grazie ad una politica molto aggressiva di riduzione dei prezzi ben poco gradita agli editori. Il modello proposto da Amazon agli editori consentiva, infatti, al retailer di fissare in prima persona il prezzo di vendita al dettaglio per i libri digitali (solitamente 9,99 dollari o anche meno) andando in alcuni casi anche in perdita.
Poi Apple, hanno spiegato le autorità americane mercoledì scorso, ha compreso d’avere un interresse in comune con gli editori: «Hanno raggiunto un accordo che ha consentito di annullare la concorrenza (quello che volevano tutti), alzare nettamente i prezzi dei libri digitali (quello che volevano gli editori), e fissare un 30% fisso per Apple su ogni e-book venduto (quello che voleva Apple».
Gli ultimi sviluppi si sono succeduti tutti nell’arco di una settimana. Mercoledì scorso gli editori Hachette, Harper Collins, Simon&Shuster, Penguin e Macmillan, sono stati formalmente citati in giudizio dal Dipartimento di giustizia Usa, con l’accusa di aver fatto cartello sul mercato dell’e-book imponendo forzatamente il prezzo fisso per il rivenditore. Le autorità hanno infatti riscontrato in questo modello una misura protettiva per ostacolare l’avanzata di Amazon nel mercato e-book.
L’incriminazione (e la prospettiva di un processo milionario) fa paura e Hachette, Harper Collins e Simon & Schuster nel giro di 24 ore raggiungono un accordo separato con il Dipartimento di giustizia statunitense per evitare il processo. Secondo le dichiarazioni rilasciate da Erik Holder, Ministro della giustizia americana, i tre editori si sono impegnati «ad accordare ai retailer, come Amazon e Barnes & Noble, la libertà di fissare il prezzo dei loro titoli digitali».
Ora gli editori dovranno porre fine agli accordi siglati con Apple, che garantivano all’azienda di Cupertino le tariffe più basse sul mercato con grande gioia di Amazon che sarà autorizzato ad abbassare il prezzo sulla maggior parte degli e-book del proprio store.
Hachette e Harper Collins si sono, inoltre, impegnati a risarcire i consumatori statunitensi con oltre 51 milioni di dollari.
La palla adesso passa ad Amazon. Secondo l’analisi di Peter Cohan su Forbes è molto probabile che il retailer di Jeff Bezos decida di abbattere il prezzo dei bestseller da 14,99 a 9,99 dollari, lo stesso del periodo precedente l’arrivo dell’iPad. Se questo accadesse, il prezzo dei libri digitali cadrebbe del 33% e costerebbe 252 milioni di dollari ad Apple da qui al 2015. Da questa guerra il consumatore ci potrebbe anche guadagnare, ma si può dire lo stesso per autori ed editori?