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Librerie

#altrocheAmazon, l'hashtag delle librerie indipendenti per spiegare perchè indies do it better

di L. Biava notizia del 20 ottobre 2014

I librai italiani, come ricordava in una recente intervista il presidente di Ali, Alberto Galla, stanno vivendo sulla loro pelle un periodo di grande difficoltà, ma la crisi può anche essere un’opportunità per valorizzare le proprie specificità e mettere in luce il ruolo che le librerie indipendenti giocano nella filiera.
E così - va bene la diminuzione del potere d’acquisto collettiva, il calo dei lettori (per di più di quelli forti!) e la concorrenza dell’e-commerce - alcuni librai indipendenti, guidati dalla Libreria All’Arco di Reggio Emilia (nella foto), hanno deciso di intraprendere una campagna social per invertire la rotta.
Secondo il variegato gruppo (hanno già aderito, tra le altre, la Koiné di Sassari, la Rinascita di Empoli, l’Alfabeta di Lugo, la Rinascita di Ascoli Piceno e le torinesi Ponte sulla Dora e Volare), il principale competitor delle librerie italiane è oggi il commercio on line e il suo alfiere non può che essere Amazon, preso come modello ideale di negozio on line che vende tutto, ha un assortimento praticamente infinito, pratica sconti irripetibili per chiunque e consegna a domicilio in brevissimo tempo.
Ecco dunque l’idea: spiegare ai lettori perché comprare in libreria è un’esperienza migliore, raccontando il valore aggiunto che un sapiente servizio al cliente può dare.
«Spesso i clienti arrivano in libreria con richieste che nessun algoritmo potrebbe soddisfare, per esempio: “vorrei quel libro con la copertina gialla, uscito un po’ di tempo fa, che parla di gatti”. Il libraio si trova a gestire innumerevoli richieste come questa ogni giorno e spesso riesce a consegnare al lettore il libro cercato esclusivamente grazie alla propria competenza – spiega Giulio Saltarelli, libraio della Libreria All'Arco –. La verità è che non possiamo competere con Amazon sul suo stesso terreno: non possiamo permettercelo, non ne abbiamo le possibilità. Occorre quindi spostare la competizione su un campo diverso, in cui le piattaforme di e-commerce siano meno temibili. Ecco quindi la necessità, per una libreria fisica (a maggior ragione se indipendente), di sfruttare al massimo le sue peculiarità: il rapporto diretto, quotidiano, personale con i propri clienti. Le librerie sono avamposti sul territorio che devono coinvolgere in ogni modo le persone, offrendo loro ciò che il Web non può oggettivamente offrire: servizio, competenza, sorrisi, consigli, informazioni, incontri con gli autori, attività per i bambini, iniziative di ogni tipo».
Da dove viene l’idea? «L’idea ci è venuta partendo dal successo dell’#librosospeso ma anche ripensando ad un vecchio claim, “Succede solo da McDonald’s”, ve lo ricordate? Con quella pubblicità, McDonald’s non vi diceva che i suoi panini erano più buoni o meno cari di quelli del bar sotto casa, ma vi raccontava una serie di cose che potevate fare solo nei loro ristoranti. Allo stesso modo noi non vogliamo iniziare una battaglia contro Amazon, ma solo spiegare ai lettori perché comprare un libro in libreria sia un'esperienza infinitamente migliore».
In cosa consisterà la campagna social? «Abbiamo lanciato l’hashtag: #altrocheamazon attraverso il quale, insieme alle librerie aderenti, inizieremo a raccontare sfruttando i canali social della libreria e principalmente Facebook, tutto quello che potete trovare da noi e non in un negozio on line, tutto quello che ci rende diversi e, secondo noi, decisamente migliori. L'hashtag, naturalmente, è di tutti e ci piacerebbe che anche i nostri clienti iniziassero ad usarlo su Facebook e su Twitter per segnalare ciò che, quando pensano al servizio ricevuto in libreria gli fa esclamare "Altro che Amazon!"».

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