Sono stati diffusi oggi i nomi che compongono la
shortlist di possibili vincitori del
Prix Voltaire 2018, premio promosso dall’
International Publishers Association come riconoscimento e sostegno concreto
agli editori che si sono distinti per l’impegno in nome della libertà di edizione.
A individuare la shortlist sono stati i nove professionisti dell’editoria che compongono il comitato Freedom to Publish di IPA, delegati dalle associazioni editori di Argentina, Belgio, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Tailandia, Turchia ed Emirati Arabi.
Nella rosa dei
cinque finalisti ritroviamo alcuni nomi noti, tre dei quali già candidati in passato:
Gui Minhai, l’editore e librario di Hong Kong rapito oltre due anni fa dalla polizia cinese e detenuto tutt’ora in
Cina, di cui non si hanno più notizie dopo le ultime
ambigue dichiarazioni rilasciate dalle autorità;
Chowdhury, Ahmedur Rashid (noto anche come Tutul), l’editore del
Bangladesh vittima nel 2015 di un violento assalto da parte di fondamentalisti islamici in cui ha rischiato la vita, ora rifugiatosi in Norvegia con la sua famiglia per ragioni di sicurezza;
Azadeh Parsapour, l’editrice con sede a Londra che pubblica in digitale, con licenza Creative Commons, opere in persiano che toccano i temi tabù della cultura iraniana a cui i lettori in
Iran non potrebbero accedere altrimenti.
A questi si aggiungono due nomi nuovi: Lewis Medjo, l’editore e giornalista del Camerun arrestato più volte a causa delle sue inchieste critiche nei confronti del governo e che, nonostante le gravi condizioni di salute, rischia nuovamente di tornare in carcere, e Tamás Miklós, che in Ungheria si trova a operare sotto la pressione di un regime autoritario e sempre più repressivo nei confronti della libertà di edizione e di ricerca, a partire dalla storica decisione di ritornare al libro di testo unico per le scuole.
Il Prix Voltaire (IPA Freedom to Publish Prize) è un riconoscimento a una persona o un’organizzazione che ha saputo dare un significativo contributo alla difesa e alla promozione della libertà di edizione e di espressione. A tal proposito, Kristenn Einarsson, che presiede il comitato Freedom to Publish dell’IPA, ha sottolineato come anche quest’anno ogni candidato al premio si sia distinto per l’autentico coraggio dimostrato sia nell’opporsi ai tentativi di repressione della libertà di edizione sia nell’assumersi ogni rischio che comporta l’aver dato voce agli autori attraverso la loro pubblicazione.
Il comitato sceglierà tra i cinque candidati un vincitore, a cui verrà verrà consegnato il premio l’11 febbraio a Nuova Delhi, durante l’International Publishers Congress dell’IPA.
Laureata in Filologia, mi sono poi specializzata e ho lavorato in comunicazione, approdando infine al Master in Editoria della Fondazione Mondadori. Oggi mi occupo di editoria digitale e accessibilità in Fondazione LIA, e collaboro col Giornale della libreria. Sono interessata a tutto ciò che è comunicazione della cultura, nuovi media, e mi affascinano gli aspetti più pop e innovativi del mondo del libro.
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