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Libertà d'espressione

Aperte le candidature per il Prix Voltaire a favore della libertà d’espressione

di Camilla Pelizzoli notizia del 24 gennaio 2017

Dopo la prima edizione presentata l’anno scorso con il nuovo nome, torna il Prix Voltaire per la libertà d’espressione. Organizzato dall’International Publishers Association e dedicato al riconoscimento e al sostegno (morale ed economico) di quelle figure che si battono per la libertà di stampa ed espressione, quest’anno marca anche il passaggio dell’assegnazione del premio da biennale ad annuale; un altro segno, purtroppo, di quanto sia un impegno sempre più necessario e pressante la campagna contro la repressione di editori e autori, che ancora oggi sono oggetto di censura e persecuzioni in molti Paesi del mondo.

L’IPA ha aperto le candidature e fino al 7 aprile 2017 sarà possibile nominare  «un editore, sia in quanto persona singola, che come collettivo e organizzazione, che fornisce ad altri i mezzi per condividere le loro idee in forma scritta, incluse le piattaforme digitali»; in particolare, i nominati dovrebbero aver «recentemente pubblicato opere controverse nel mezzo di pressioni, minacce, intimidazione o molestie», o essersi distinti per «i molti anni spesi sostenendo la libertà di stampa e d’espressione». 
Possono votare (compilando questo modulo e inviandolo al Direttore della comunicazione di IPA, Ben Steward, all'indirizzo steward@internationalpublishers.org) i membri dell’IPA, i membri del comitato Freedom to Publisheditoricase editrici e organizzazioni internazionaliprofessionali e non governative.

Il vincitore, che verrà scelto dal comitato Freedom to Publish a partire dalle candidature ricevute, verrà rivelato nel maggio 2017 e presentato poco dopo, con una cerimonia durante cui verranno consegnati al vincitore anche 10 mila franchi svizzeri. Nel corso degli anni diversi grandi gruppi editoriali hanno sponsorizzato il premio: da Elsevier a Kodansha, da HarperCollins a Springer Nature, insieme a Albert Bonniers Förlag, Oxford University Press, Simon & Schuster e, non ultimo, Penguin Random House. 
Nel frattempo, l’IPA si sta anche muovendo per cercare di ampliare questo premio, per «aumentar[ne] l’impatto e la levatura» anche attraverso il conferimento di somme più consistenti, così da fornire aiuti sempre più concreti ed efficaci.

Il premio in denaro, infatti, viene spesso speso dagli editori o dalle loro famiglie per dare un sostegno alla loro attività contro la censura: è il caso, ad esempio, di Raif Badawi, vincitore dell’anno scorso. La moglie Ensaf Haidar Mohamed ha subito dichiarato che i franchi sarebbero stati utilizzati per continuare a lottare per il rilascio del marito, ancora detenuto nelle prigioni saudite per aver denunciato l’oppressione degli intellettuali del suo Paese.

L’assegnazione del Prix Voltaire, dunque, non è solo un segno di solidarietà, ma una possibilità concreta di cambiare il futuro di chi lotta contro la repressione della libertà di pensiero, e spesso paga conseguenze terribili per questo.


(Nell'immagine, una manifestazione di protesta per la condanna di Raif Badawi).

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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