Dopo la prima edizione presentata l’anno scorso con il nuovo nome, torna il Prix Voltaire per la libertà d’espressione. Organizzato dall’International Publishers Association e dedicato al riconoscimento e al sostegno (morale ed economico) di quelle figure che si battono per la libertà di stampa ed espressione, quest’anno marca anche il passaggio dell’assegnazione del premio da biennale ad annuale; un altro segno, purtroppo, di quanto sia un impegno sempre più necessario e pressante la campagna contro la repressione di editori e autori, che ancora oggi sono oggetto di censura e persecuzioni in molti Paesi del mondo.
L’IPA ha aperto le candidature e fino al 7 aprile 2017 sarà possibile nominare «un editore, sia in quanto persona singola, che come collettivo e organizzazione, che fornisce ad altri i mezzi per condividere le loro idee in forma scritta, incluse le piattaforme digitali»; in particolare, i nominati dovrebbero aver «recentemente pubblicato opere controverse nel mezzo di pressioni, minacce, intimidazione o molestie», o essersi distinti per «i molti anni spesi sostenendo la libertà di stampa e d’espressione».
Possono votare (compilando questo modulo e inviandolo al Direttore della comunicazione di IPA, Ben Steward, all'indirizzo steward@internationalpublishers.org) i membri dell’IPA, i membri del comitato Freedom to Publish, editori, case editrici e organizzazioni internazionali, professionali e non governative.
Il vincitore, che verrà scelto dal comitato Freedom to Publish a partire dalle candidature ricevute, verrà rivelato nel maggio 2017 e presentato poco dopo, con una cerimonia durante cui verranno consegnati al vincitore anche 10 mila franchi svizzeri. Nel corso degli anni diversi grandi gruppi editoriali hanno sponsorizzato il premio: da Elsevier a Kodansha, da HarperCollins a Springer Nature, insieme a Albert Bonniers Förlag, Oxford University Press, Simon & Schuster e, non ultimo, Penguin Random House.
Nel frattempo, l’IPA si sta anche muovendo per cercare di ampliare questo premio, per «aumentar[ne] l’impatto e la levatura» anche attraverso il conferimento di somme più consistenti, così da fornire aiuti sempre più concreti ed efficaci.
Il premio in denaro, infatti, viene spesso speso dagli editori o dalle loro famiglie per dare un sostegno alla loro attività contro la censura: è il caso, ad esempio, di Raif Badawi, vincitore dell’anno scorso. La moglie Ensaf Haidar Mohamed ha subito dichiarato che i franchi sarebbero stati utilizzati per continuare a lottare per il rilascio del marito, ancora detenuto nelle prigioni saudite per aver denunciato l’oppressione degli intellettuali del suo Paese.
L’assegnazione del Prix Voltaire, dunque, non è solo un segno di solidarietà, ma una possibilità concreta di cambiare il futuro di chi lotta contro la repressione della libertà di pensiero, e spesso paga conseguenze terribili per questo.
(Nell'immagine, una manifestazione di protesta per la condanna di Raif Badawi).
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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