Con qualche settimana di anticipo rispetto agli anni passati, la Federación de Gremios de Editores de España, l’associazione spagnola degli editori, ha da poco diffuso i dati dell’indagine annuale (condotta da Conecta) sulla lettura in Spagna nel 2023. Ricordiamo sempre che la Spagna rileva la lettura in un modo diverso rispetto all’Italia, poiché per lettori si intendono coloro i quali hanno letto almeno una volta per trimestre – che sia per studio, lavoro o durante il proprio tempo libero – prodotti anche diversi dai libri (riviste, quotidiani, ecc.). Il campione è rappresentativo della popolazione spagnola con più di 10 anni e consta di 5mila individui, intervistati telefonicamente (CATI). Il report è, come nelle precedenti edizioni, molto ricco e non è perciò possibile dare conto della totalità degli aspetti che considera: nel proseguo di questo articolo ci concentreremo perciò esclusivamente su una parte specifica del report, vale a dire sulla lettura di soli libri nel tempo libero della popolazione con più di 14 anni, per concludere con uno sguardo sulla lettura dei bambini.
In Spagna la quota dei lettori nel tempo libero è nel 2023 pari al 64,1%, quasi un punto in meno rispetto al 2022 (64,8%). Sia pur lieve, si tratta del primo calo della lettura almeno dal 2017 in poi, cioè da quando è stata stabilizzata la metodologia della rilevazione. Cresce però la quota dei lettori di fumetti (rilevata separatamente), che passa dal 10,2% al 10,8%. La lettura nel complesso di libri o di fumetti è pari nel 2023 al 65,9%, in lieve calo rispetto al 66,2% del 2022.
La flessione del 2023 rispetto al 2022 è dipesa in misura maggiore dai lettori frequenti (chi legge almeno una volta a settimana), passati dal 52,5% al 52%, che da quelli occasionali (i lettori al massimo trimestrali), passati dal 12,3% al 12,1%. Come avevamo segnalato commentando l’edizione passata del report, l’aumento della lettura in Spagna è sempre dipeso da un aumento dei lettori frequenti, per cui è fisiologico che nel 2023 la relazione si sia applicata anche in senso opposto (cioè che lettori nel complesso e lettori frequenti siano diminuiti grosso modo in egual misura). Guardando i dati di medio periodo, rispetto al 2019 la lettura tout court e la lettura almeno settimanale sono più alte di 2 punti, mentre è stabile quella occasionale.
Il calo dei lettori frequenti, com’è facile immaginare, si reduplica in un calo della lettura più pronunciato fra le donne piuttosto che fra gli uomini: le lettrici passano dal 69,9% al 68,6%, mentre è sostanzialmente stabile la quota dei lettori uomini, di dieci punti più bassa. Se si guarda invece a come il tasso di lettura vari in accordo con le classi d’età, due sono le sorprese, specialmente in un’ottica di medio periodo. In primo luogo, la lettura nella fascia di popolazione più anziana (65+) non fa che salire dal 2019 in poi, un trend che prosegue anche nel 2023: i lettori sono il 53,7%, oltre 5 punti in più rispetto a 4 anni prima. Il calo più pronunciato, invece, è nella fascia 35-44, in cui la lettura perde oltre 2 punti e arriva al 63,8%. Se si considera che anche nella fascia precedente (25-34) l’aumento tra 2023 e 2022 è solo apparente, dato il crollo avvenuto tra 2021 e 2022, sorge spontanea la domanda circa le ragioni di questo calo. Un’ipotesi – non suffragata da numeri, non essendo disponibili valori per tipologia d’occupazione – è che in questa particolare dinamica della lettura si rifletta il tendenziale calo della disoccupazione degli ultimi anni, e in particolare del 2023. La mancanza di tempo, del resto, rimane sempre la spiegazione più gettonata (44%) quando si chiede cosa impedisca di leggere di più.
I dati sulla lettura di e-book mostrano un trend solido: il tasso ha raggiunto nel 2023 il 29,7% della popolazione. Se si esclude il dato anomalo del 2020, inevitabilmente viziato dalla pandemia, la lettura su supporti digitali è in crescita costante dal 2017. Il dato, però, si accompagna con un campanello d’allarme: solo il 14% legge digitalmente pagando i libri, il 62% si procura libri esclusivamente gratis e il restante 24% sia gratis sia pagando. Sarebbe molto ottimistico non vedere dietro questi dati un tasso di pirateria molto alto: i due terzi di quanti scaricano libri gratuitamente, del resto, affermano di saper distinguere pagine che offrono contenuti legali da quelle che contengono contenuti illegali.
Sempre relativamente alla lettura digitale, trova conferma in questa edizione del report spagnolo la relazione positiva tra lettura e utilizzo di più formati: legge di più chi integra libri a stampa ed e-book. Il 36,5% dei lettori legge esclusivamente formati a stampa, per una media di 8,7 libri letti all’anno; l’8,5% legge solo in digitale (11,4 libri); il 19,1% che legge sia libri a stampa sia e-book legge di media 12,7 libri l’anno. A integrare lettura a stampa e di e-book sono soprattutto under 34 e persone con titolo di studio alto.
Anche in questa edizione gli audiolibri non sono inclusi nel concetto di lettura digitale ma rilevati separatamente, un limite che nel 2023 emerge in maniera ancor più netta: gli ascoltatori di audiolibri balzano infatti al 6,9%, in crescita del 28% rispetto all’anno precedente. Per quanto dai dati di lettura non si possano trarre indicatori sul mercato, si tratta di un boom comparabile a quello del 2021, un chiaro segnale dello stato di salute del settore nel Paese, come testimoniato del resto dalla generale vitalità del mercato dell’audio in Spagna. A ciò andrebbe aggiunta una considerazione sul fatto che si tratti di un pubblico tendenzialmente più cosmopolita di quello che legge libri a stampa: per quanto quello ispanofono sia uno dei mercati più promettenti per il mondo degli audiolibri – si pensi solo al numero di utenti potenziali che può raggiungere nel mondo – il 15% degli ascoltatori dichiara di ascoltare abitualmente libri in inglese, contro lo 0,3% di chi fa altrettanto tra i lettori di libri.
Veniamo infine alla lettura dei più piccoli. Se la lettura nella popolazione adulta è diminuita per la prima volta nel 2023, il trend si mantiene in crescita nel caso della lettura dei bambini: legge il 76,3% dei bambini con meno di 6 anni e l’86% di quelli fino a 9 anni, valori di poco superiori rispetto a quelli del 2022. In entrambi i casi, però, diminuisce il tempo dedicato alla lettura durante la settimana: 2 ore e 39 per i primi, 3 ore e 05 per i secondi. I valori degli adolescenti sono più altalenanti nel corso degli anni, il che rende più pericoloso trarre delle conclusioni generali: il fatto però che la lettura nel tempo libero sia diminuita non solo rispetto al 2022 ma anche rispetto al 2019 sia per i ragazzi tra 10 e 14 anni sia per quelli tra 15 e 18 anni è comunque un dato da monitorare negli anni a seguire.
Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi AIE. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.
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