Ragionando di fantasy e femminismo oggi, il pensiero non può che andare a
Le visionarie. Fantascienza, fantasy e femminismo, un’antologia di 29 racconti pubblicata a inizio 2018 da
Not, marchio editoriale di Nero Editions. Si tratta di un volume imponente, che raccoglie firme celebri –
Ursula K. Le Guin,
Joanna Russ,
Angela Carter e
Tanith Lee per citarne alcune – del
mainstream (all’estero) e dell’
underground (qui in Italia) del
fantastico e femminista nelle sue varie declinazioni.
L’antologia è curata da
Ann e Jeff VanderMeer, coppia dietro la celebre rivista statunitense «Weird Tales». È importante sottolinearlo perché a febbraio Jeff VanderMeer è tornato nelle librerie italiane per Einaudi con un testo inedito (
Borne) e un’edizione che raccoglie i tre volumi della
Trilogia dell’Area X,
Annientamento,
Autorità e
Accettazione, in cui
i ruoli femminili sono al centro della vicenda.
Nei racconti de Le visionarie e nei romanzi di VanderMeer protagoniste sono le donne e i temi affrontati rientrano in quelle che potremmo definire, da Virginia Woolf e Simone de Beauvoir in poi, tematiche femministe: il rapporto con il proprio corpo, il sesso, la maternità, gli stereotipi di genere, il rapporto con l’universo maschile.
Il fantasy, storicamente, non è un genere letterario al femminile: nell’universo tolkieniano del Signore degli anelli le donne sono pressoché assenti, tanto da convincere Peter Jackson ad ampliare i ruoli femminili presenti nel testo originario o addirittura a inserirne ex novo (nella trilogia cinematografica Lo Hobbit). Nelle Cronache di Narnia di C.S. Lewis le sorelle Pevensie Susan e Lucy rappresentano, rispettivamente, la peccatrice e la santa e finiscono per essere ingabbiate in ruoli stereotipati. Per non parlare di tutto il fantasy di R.E. Howard, che ha dato vita a cicli di heroic fantasy celeberrimi come Conan il barbaro, Kull e Solomon Kane, animati da una violenza generalizzata e in cui le donne figurano soprattutto come vittime.
Come tuttavia dimostrano i primi esempi citati, sembra che l’inversione di rotta sia già in atto: non è un caso che J.K. Rowling e Stephenie Meyer, che con Harry Potter e la Twilight saga hanno saputo unire tematiche fantastiche alla narrazione per i target Middle Grade e Young Adult, siano donne e siano state in grado di muovere numeri impressionanti nel settore editoriale negli ultimi quindici, venti anni. Ma si tratta di due serie che, in realtà, di femminista hanno poco: i libri di Stephenie Meyer sono stati accusati di promuovere modelli relazionali malati e basati sullo stalking; Joanne Rowling è stata incoraggiata dal suo editore a firmarsi J.K. per non allontanare i maschi dalla lettura del suo libro.
Sui libri scritti da donne che non vengono letti dagli uomini è recentemente nata una pagina Facebook,
L’ha scritto una femmina, a cura dell’autrice di libri per ragazzi Carolina Capria che in dieci anni di carriera, girando di scuola in scuola, ha notato come i bambini tendessero a non leggere libri scritti da donne o con protagoniste femminili. Probabilmente non è un caso che il fantasy degli ultimi anni sia indirizzato soprattutto a lettrici ed è giusto che gli editori ne tengano conto:
che ciò avvenga per ragioni «ideologiche» o legate al marketing.
In ogni caso, qualcosa sta cambiando nel mondo editoriale fantastico e le donne stanno infine venendo alla ribalta. D’altra parte, il fantasy è (anche) un viaggio verso mondi sconosciuti: proviamo a seguire autrici ed eroine e vediamo dove ci porteranno.
Pugliese di nascita, vivo e lavoro a Milano, dove mi occupo di editoria e comunicazione. Collaboro con Fondazione LIA e lavoro come digital PR e giornalista freelance. Mi occupo di letteratura Fantasy, tema su cui ho pubblicato decine di articoli e due saggi brevi, e porto avanti i miei progetti di scrittura e dominio del mondo su Medium.
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