Da qualche tempo Goodreads, social network di proprietà di Amazon dedicato gli amanti di libri, non sta vivendo uno dei suoi periodi più rosei. Gli utenti si mostrano sempre più insoddisfatti della piattaforma e ciò lascia ampio margine di manovra ad altre realtà analoghe, che piano piano prendono piede. Una fra tutte, StoryGraph.
Se negli anni Goodreads è riuscita a costruire una solida comunità di lettori e lettrici (ad oggi circa 150 milioni), diventando un punto di riferimento – soprattutto negli Stati Uniti – per il monitoraggio delle proprie letture e la scoperta di nuovi titoli, nell'ultimo periodo ha ricevuto numerose critiche per la sua interfaccia obsoleta, la malgestione delle recensioni e la predominanza degli interessi commerciali di Amazon. In particolare, tra i problemi maggiori riscontrati dalla comunità letteraria vi è il «review bombing», ovvero la pioggia di recensioni negative verso determinati titoli – spesso vere e proprie campagne diffamatorie coordinate contro libri che trattano specifici argomenti sensibili – che possono incidere in modo netto sulle vendite e sulla carriera dell’autore o dell’autrice in questione.
Per questa serie di motivi, molti utenti la stanno abbandonando in favore di un’altra piattaforma dedicata ai lettori e alle lettrici: StoryGraph. Fondata nel 2019 dalla sviluppatrice e imprenditrice britannica Nadia Odunayo, questo social network si propone come alternativa indipendente a Goodreads e negli ultimi tempi ha trovato terreno fertile per crescere e offrire un'esperienza diversa ai propri utenti.
Una delle principali caratteristiche distintive di StoryGraph è la sua capacità di fornire raccomandazioni personalizzate basate sulle abitudini di lettura degli utenti. A differenza di Goodreads, che si basa principalmente sulle valutazioni generali e sulle classifiche di popolarità, StoryGraph utilizza un sistema avanzato di analisi dei dati per suggerire libri che corrispondano meglio alle preferenze individuali, integrando l'Intelligenza Artificiale. Gli utenti possono specificare le proprie preferenze rispetto a parametri come il mood del libro, il ritmo della narrazione, la lunghezza e il genere: questo approccio permette di ottenere consigli più mirati e adatti ai propri gusti. Un aspetto interessante: fornisce anche la possibilità di attivare dei trigger warning, ovvero avvisi che segnalino la presenza di specifici contenuti nei libri che potrebbero turbare alcuni utenti sensibili a certe tematiche come malattie, crudeltà sugli animali, infertilità, omicidio, dipendenza, morte di persone care e altro ancora, in modo che lettori e lettrici sappiano a cosa stanno andando incontro con la loro prossima lettura.
Inoltre, non è da sottovalutare il ruolo di Amazon, colosso dell’e-commerce che ha destato preoccupazioni anche nel settore editoriale: negli anni molti lettori e lettrici, autori e autrici, case editrici hanno manifestato forte malcontento riguardo al monopolio della società statunitense nel mondo dei libri. L’acquisto di Goodreads da parte di Amazon è stato descritto, nel 2013, come «un’azione di integrazione verticale davvero devastante» dalla US Authors Guild, la storica organizzazione che riunisce scrittori e scrittrici negli Stati Uniti. La crescente influenza di Amazon sulle recensioni dei libri, sulle classifiche e sulla promozione dei titoli ha portato alcuni utenti a cercare alternative che non fossero legate a logiche di mercato troppo stringenti.
In questo contento si inserisce StoryGraph che, in quanto piattaforma indipendente, non ha legami diretti con store online specifici e permette agli utenti di scoprire libri senza che questi vengano necessariamente promossi in base a criteri commerciali. Questo approccio è stato particolarmente apprezzato dalle realtà editoriali indipendenti, che spesso faticano a emergere sulle piattaforme affollate e basate su specifiche strategie commerciali.
Un altro elemento che distingue StoryGraph da Goodreads è la sua interfaccia moderna e intuitiva. Molti utenti di Goodreads lamentano da anni la mancanza di aggiornamenti significativi nella grafica e nella navigabilità della piattaforma, che appare datata e poco user-friendly. StoryGraph, al contrario, offre un design più pulito, con strumenti di analisi dettagliati e una gestione più flessibile delle librerie personali. Tra le funzionalità più apprezzate ci sono la possibilità di esportare i dati di lettura – e, tra l'altro, se si ha una libreria personale su Goodreads essa può essere facilmente importata su StoryGraph –, di impostare obiettivi annuali personalizzati (non solo in termini di numero di libri letti, ma anche per categoria o tipologia di lettura) e di ricevere statistiche dettagliate sulle proprie abitudini di lettura.
Nonostante i numerosi vantaggi, anche StoryGraph ha i propri limiti. Uno degli aspetti su cui Goodreads mantiene un chiaro vantaggio è la componente sociale: essendo attiva dal 2006, Goodreads ha costruito una vasta comunità di lettori e lettrici, autori e autrici che utilizzano la piattaforma anche per discutere di libri, scambiarsi consigli e partecipare a gruppi di lettura. StoryGraph, al momento, ha una base utenti di quasi 4 milioni di persone e si concentra più sull’aspetto analitico della lettura che sulla creazione di una comunità. Le sue funzionalità «social» attuali sono piuttosto limitate, ma la piattaforma è in continua evoluzione e la sua fondatrice ha dichiarato di essere aperta ad apportare migliorie, in base anche alle richieste degli utenti.
Tuttavia, con il suo approccio innovativo e la dedizione alla personalizzazione dell'esperienza di lettura, la piattaforma potrebbe continuare a guadagnare terreno nel settore, offrendo ai lettori e alle lettrici una valida alternativa. «E se Amazon si presentasse con una valigetta piena di soldi per acquistare il concorrente di Goodreads?» ha chiesto provocatoriamente il Guardian a Odunayo. «Non siamo interessati» ha risposto lei. «In questo momento siamo felici e ci divertiamo: consideriamo StoryGraph il lavoro della nostra vita».
Laureata in Lettere all’Università degli Studi di Verona, ho conseguito il master Booktelling, comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica di Milano che mi ha permesso di coniugare il mio interesse per i libri e l’intero settore editoriale con il mondo della comunicazione digital e social.
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