Se non fosse che l’autrice, Rachel Hulin, ha deciso di scrivere e pubblicare il suo romanzo epistolare su Instagram, naturalmente «a puntate» e invertendo la centralità tra testo e immagini a favore delle seconde, in accordo con le peculiarità della piattaforma di condivisione fotografica.
Il format è semplice, ma modifica comunque le logiche (sia editoriali che espressive) del romanzo classico: la prima puntata, il primo capitolo, è stato messo on line sul profilo HeyHarryHeyMatilda il 15 settembre 2015. Il progetto, nel suo complesso, accompagnerà i lettori per nove mesi, in un appuntamento quotidiano a due voci: i messaggi di posta elettronica di ciascuno dei due gemelli Goodman verranno pubblicati corredati da un’immagine, intessendo la trama narrativa del romanzo e accompagnando gli utenti nella conoscenza delle loro vicende.
Rachel Hulin è una fotografa che ha collaborato anche con il New York Times e gran parte delle immagini di corredo al testo appartengono al suo portfolio, mentre altre vengono scattate ad hoc per dare volti e fisionomie riconoscibili ai protagonisti del suo romanzo. Le foto, complice la sua professione, hanno un ruolo centrale nella messa in opera della sua storia: nel processo di creazione e «vivificazione» dei personaggi, l’autrice ha anche creato il sito professionale della sua protagonista femminile (fotografa di matrimoni per sbarcare il lunario e artista repressa per vocazione); inoltre il progetto viene meta-raccontato su un sito dedicato (che, in linea con l’estetica web attuale, è il regno dello scroll e delle immagini suggestive, imponenti e in ottima definizione), e ampliato per mezzo di una newsletter settimanale dedicata agli iscritti che fornisce approfondimenti «oltre lo scatto» degli scambi epistolari tra i due fratelli.
Nel cedere alle dinamiche relazionali del Web 2.0, non solo gli autori possono interagire con i loro utenti/lettori, ma anche gli stessi personaggi di finzione possono essere coinvolti in trame narrative che conferiscano loro maggior sostanza, sottraendoli a quello status a due dimensioni che è tipico della carta stampata e facendoli vivere nel mondo delle relazioni (digitali, è ovvio).
Non è certo la prima volta che l’industria dell’intrattenimento produce contenuti transmediali, ramificati e interconnessi, ma ciò che rende innovativo Hey Harry Hey Matilda sono le tempistiche e le gerarchie degli strumenti utilizzati, che evidenziano come il web dei social e le sue dinamiche relazionali possano essere all'origine del processo produttivo dei contenuti, configurandosi come audience privilegiata e nativa e non sempre e solo accessoria e collaterale.
Quello che colpisce è anche la precisa consapevolezza che pare animare l’operazione: non siamo di fronte a una poco più che ventenne Anna Todd che scrivere una fanfiction su Wattpad, ma a una professionista che decide di scrivere un romanzo. E lo fa su Instagram.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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