
Il 3 marzo 2014 i lettori delle biblioteche di Peterborough, Newcastle, Derbyshire, Windsor e Maidenhead erano diventati protagonisti di un
progetto sperimentale di prestito librario digitale da remoto. I titoli resi disponibili dagli editori erano 893, scelti tra le novità, ed erano state previste due formule di prestito, una da 6, l’altra da 21 giorni.
Il progetto, realizzato con il supporto delle associazioni dei librai (Booksellers Association), degli autori (Society of Authors) e degli agenti letterari (Association of Authors Agents), aveva come obiettivo sia di
monitorare il comportamento degli utenti, studiandone le abitudini di consumo sia di
verificare l’impatto sul mercato librario del prestito digitale da remoto.
Ci si era domandati, nello specifico, se l’estrema semplicità e immediatezza dell’e-lending non avrebbe eroso i numeri di vendita degli e-book, pensando contestualmente a dove e come andasse trovato il
bilanciamento tra le esigenze evolutive del prestito bibliotecario e quelle dell’editore e dell’autore.
Le rilevazioni a sei mesi dall’inizio dell’esperimento avevano messo in luce, oltre all’aumento dei prestiti (più titoli presi, per tempi più lunghi), che la
possibilità di e-lending da remoto non influisce sulla presenza fisica in biblioteca, che è rimasta in linea con i numeri antecedenti il progetto.
I dati conclusivi, invece, sono positivi ma non eccezionali. Il progetto è stato sicuramente accolto con entusiasmo dagli utenti delle biblioteche coinvolte, grazie soprattutto al catalogo messo a disposizione dagli editori, composto da titoli nuovi e di richiamo. Eppure i numeri sono stati modesti:
i nuovi utenti rappresentano solo il 5% dei lettori attivi delle biblioteche partecipanti e meno del 5% dei prestiti del settore fiction è stato coperto dall’e-lending.
Un dato significativo riguarda l’impatto del prestito digitale sui Kindle user. Gli e-book in e-lending in formato Epub, infatti, non possono essere letti sulle piattaforme Kindle (benché possano essere comunque letti sui tablet Kindle attraverso altre app) e considerando che il 90% del mercato degli e-book del Regno Unito passa per Amazon era ragionevole chiedersi se lo spazio di manovra a disposizione del progetto sarebbe stato solo l’angusto 10% rimanente.
I numeri hanno parzialmente smentito quest’ipotesi: a fronte di un 28% di utenti che denuncia l’inutilità del progetto perché non inclusivo di formati Amazon, il 38% ha manifestato una visione diversa. Tra i lettori aderenti all’iniziativa,
il Kindle rappresenta il secondo dispositivo più diffuso per la lettura, mentre al primo posto, oltre il 40% degli utenti accede ai contenuti tramite iPad e altri tablet e un significativo 31% invece legge e-book dallo smartphone.
Sul fronte vendite i dati sono meno limpidi. Se da una parte non c’è alcuna evidenza che dimostri che il progetto pilota abbia danneggiato il mercato degli ebook, dall’altra la conversione del prestito in acquisto, pur agevolata dalla presenza del pulsante «buy», si è realizzata solo nell’1% dei casi.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
Guarda tutti gli articoli scritti da Alessandra Rotondo