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Innovazione

Dalle saghe alle abbuffate mediali. Il modello Netflix applicato all’editoria

di Alessandra Rotondo notizia del 15 giugno 2016

Per molti anni i nostri consumi mediali – almeno quelli legati all’intrattenimento – sono stati caratterizzati da due elementi importanti: l’organizzazione dei contenuti in episodi (unità discrete più o meno correlate l’una all’altra) e l’attesa.
Il tempo trascorso tra una puntata di una serie televisiva e la successiva, per esempio, è un fattore determinante, che da un lato tiene desto l’interesse dello spettatore, da un altro ne mette continuamente alla prova la pazienza e ne testa – non sempre con successo – la «devozione» in quanto fan.

Qualcosa di simile avviene anche per i libri. Già nel Diciannovesimo secolo i lettori stabilivano estenuanti rapporti intermittenti con i protagonisti dei romanzi pubblicati a puntate sulla stampa o sulle riviste. Rapporti che venivano aperti, chiusi e messi in pausa assecondando le tempistiche (e i destini) dei giornali e dei loro editori e gli umori degli scrittori.
Una tendenza – quella alla narrazione lunga e frammentata in puntate – che un certo tipo di editoria ha cavalcato con convinzione, facendone la propria forma espressiva. Tanto che è raro, di questi tempi, trovare un romanzo fantascientifico o fantasy che non sia parte almeno di una trilogia.
 
Poi è arrivato lo streaming on-demand a sparigliare le carte. È arrivato Netflix, che ha spezzato le catene della serialità televisiva e delle sue attese. Il web e le sue tecnologie hanno avuto un impatto forte sui nostri comportamenti da consumatore, ispirandoci (e talvolta suggerendoci) nuove forme di fruizione che stravolgono quelle tradizionali. Il binge-watching è una delle manifestazioni più eclatanti e descrive l’abitudine di non guardare una serie televisiva assecondandone la frammentazione in episodi, ma vedendola tutta d’un fiato, una puntata dopo l’altra. O, almeno, in un breve lasso di tempo.
Addirittura ci sono appassionati di serie tv che, pur di non frammentare la fruizione della narrazione, preferiscono iniziare a guardare quando un buon numero di episodi è andato già in onda o, addirittura, quando la stagione in corso è ormai giunta al termine.
Peraltro è lo stesso Netflix a puntare sul concetto di binge-watching come leva di marketing, e la recente pubblicazione della binge scale delle sue serie non fa che confermarlo.
 
L’emersione di questo tipo di comportamenti ha portato la casa editrice statunitense Farrar Straus and Giroux a chiedersi se il modello dell’«abbuffata» non fosse applicabile anche all’editoria. Le sue sperimentazioni le sta conducendo, ormai da qualche tempo, attraverso un imprint dedicato: FSG Originals.
L’idea è semplice: pubblicare tutti i volumi di una saga nel giro di pochi mesi, «serializzando» i contenuti editoriali e rimettendo al lettore la scelta sui tempi (e i modi) di fruizione.
Se con Tale of Shikanoko di Lian Hearn si è trattato di una semplice scelta di pubblicazione – benché motivata dalle ragioni esplorate poco fa –, il discorso è più complesso per la Southern Reach Trilogy di Jeff VanderMeer.
 
Nel primo caso, infatti, il romanzo è già stato concepito (e scritto) dall’autore come una narrazione lunga ma unica, organizzata attorno a quattro snodi di trama. Il primo volume è stato pubblicato a maggio, il secondo pochi giorni fa. Gli altri due usciranno entro settembre.
Della Southern Reach Trilogy – che, come racconta l’editore a Wired, avviava tre anni fa la sperimentazione sulla pubblicazione binge-friendly – invece era stato scritto solo il primo capitolo. E per seguire un calendario di pubblicazione così contingentato all’autore venne richiesto un notevole sforzo. Compensato, peraltro, da un grande successo.
 
In ogni caso è interessante constatare come anche l’editoria si stia confrontando con la possibilità del consumo «tutto in una volta», proprio come progetti come Netflix hanno fatto (e stanno facendo) per l’intrattenimento televisivo.    

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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