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Innovazione

Cosa succede nel mercato tedesco? Intervista a Alexander Skipis (Börsenverein des Deutschen Buchhandels)

di Antonio Lolli notizia del 28 aprile 2015

Il Paese ospite d’onore di questo Salone del libro di Torino sarà la Germania. La storia d’amore con la nostra editoria è lunga e consolidata – si veda il bell’articolo di Piero Salabè su BooksinItaly – come dimostrano i 328 titoli tradotti nel 2013 dall’italiano al tedesco e i 363 titoli tedeschi venduti all’Italia. Un ruolo fondamentale in questo processo di internazionalizzazione lo giocano i premi e gli incentivi alle traduzioni, come per esempio il Premio italo-tedesco di traduzione letteraria curato dal Goethe-Institut Italia che dal 2008 elargisce uno stanziamento di 10 mila euro alle migliori traduzioni e che sarà al centro di un apposito incontro durante il Salone.
Per capire meglio come si muove il mercato tedesco abbiamo intervistato Alexander Skipis, managing director della Börsenverein des Deutschen Buchhandels, l’associazione degli editori e dei librai tedeschi. L’intervista completa sarà pubblicata sul «Giornale della libreria» di maggio.

Potrebbe fornirci un quadro generale nel vostro mercato editoriale?
La Germania è, per dimensioni, il secondo mercato editoriale nel mondo. Secondo i dati del 2013, sul nostro territorio operano 3 mila case editrici con circa 24.500 dipendenti e con un fatturato complessivo di 5,825 miliardi di euro. Circa il 20% delle case editrici contribuiscono però al 95% del fatturato totale del settore e il 65% degli editori include gli e-book nel proprio catalogo.

Parliamo di digitale. Quanto vale il segmento e-book sul mercato tedesco?
Il mercato degli e-book rappresenta ancora una piccola percentuale del mercato totale. Lo scorso anno, infatti, solo il 5,7% dei tedeschi ha effettivamente acquistato un e-book. Nel 2013 questa percentuale era del 5%. Il fatturato relativo agli e-book è comunque in crescita: nel 2014 questa quota era del 4,3%, contro il 3,9% del 2013. Pensiamo che Tolino, l’e-reader indipendente sviluppato dalle principali catene librarie tedesche (e da poco portato in Italia da Messaggerie ndr), possa aver contribuito a questo incremento e siamo lieti che i lettori abbiano trovato una vera alternativa ai prodotti di Amazon.

In Italia stiamo assistendo a una diminuzione del numero di lettori, mentre in Germania la situazione è diversa. Quali sono le ragioni?
Lo studio JIM-Jugend, Information, (Multi-) Media del 2013 ha analizzato il comportamento dei bambini e dei ragazzi tedeschi nei confronti dei mezzi di informazione. Gli autori di questa ricerca hanno rilevato che i giovani sono sempre più multitasking, tanto che spesso utilizzano più di uno «schermo» contemporaneamente, per esempio guardano la televisione e nel contempo navigano sul Web. Il libro, invece, non può essere usato parallelamente ad altri media, ma questo non gli ha impedito di mantenere la propria posizione. Anzi, si è assistito a una sua ulteriore crescita negli ultimi anni. Il 59% dei giovani ha dichiarato, infatti, di aver comprato almeno un libro nel 2013, mentre nel 2009 la percentuale era del 57%. Possiamo affermare che l’educazione impartita dagli insegnanti e dai genitori gioca un ruolo fondamentale in questo e che la lettura è ancora considerata una competenza essenziale dal sistema scolastico tedesco. I genitori che leggono ai propri figli, infatti, li incentivano a leggere, a loro volta, quando saranno adulti. Le biblioteche, poi, sono molto frequentate in Germania. A ciò si aggiunge il fatto che l’Associazione promuove la lettura attraverso molti dei suoi progetti. Per esempio mediante la Vorlesewettbewerb, che è una gara di lettura alla quale partecipano più di 570 mila bambini e ragazzi di tutta la Germania.

L’intervista completa sarà pubblicata sul «Giornale della libreria» di maggio.

L'autore: Antonio Lolli

Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.

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