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Innovazione

Come Amazon Payments farà concorrenza a PayPall

di Alessandra Rotondo notizia del 5 aprile 2016

Già da qualche tempo Amazon ha introdotto la funzione Payments, consentendo ai rivenditori on line (e a quelli ospitati sul suo megastore) di inserire l’opzione «Paga con Amazon» tra quelle disponibili al momento di finalizzare l’acquisto. Affidandosi a questa soluzione, l’utente sceglie di erogare il pagamento all’interno dell’ecosistema Amazon, invece di affidarsi a un sistema esterno come il consolidato PayPal o i protocolli crittografici che prevedono l’inserimento delle credenziali di una carta, di credito o prepagata.

Con la presentazione del Global Partner Program, il colosso di Bezos annuncia ieri l’intenzione di estendere Amazon Payments oltre i confini del suo digital store e dei singoli venditori. Il nuovo programma punta a diffondersi tra i provider di piattaforme e-commerce, fornendo loro un ulteriore servizio di gestione in sicurezza dei pagamenti digitali da offrire ai clienti. Non è un caso, infatti, che alcuni partner come PrestaShop, Shopify e Future Shop abbiano già dichiarato di voler implementare le funzionalità del Global Program all’interno delle loro infrastrutture.

La novità, annunciata nel corso del Money 2020 di Copenhagen, è in corso di sperimentazione negli Stati Uniti, in Germania, nel Regno Unito e in Giappone ed è accessibile, per il momento, solo tramite invito. L’obiettivo di Amazon è senza dubbio quello di entrare nel mercato dei fornitori di servizi di pagamento, in concorrenza con realtà come PayPal e Visa. Ma anche come Apple Pay che – nonostante sia attivo solo negli Stati Uniti, in Canada, in Regno Unito, in Cina e in Australia – scenderà entro l’anno anche nell'arena dei servizi di pagamento on-line.

L’espansione del sistema Payments avviene, naturalmente, in un momento di consolidata crescita del servizio: dopo il rilancio del 2013, arrivato al seguito di anni di sperimentazione nel settore, a gennaio Amazon ha dichiarato che nel 2015 il volume di pagamenti transitato per il servizio è aumentato del 150% rispetto al 2014, facendo registrare una quota media di 84€ a transazione, mentre i venditori che lo utilizzano sono cresciuti del 200%. Amazon, inoltre, ha 285 milioni di utenti registrati. Di questi – dal 2013 – oltre 23 milioni hanno già utilizzato il sistema di pagamento proprietario nei confronti di soggetti terzi rispetto al gigante dell’e-commerce.

La notizia, in ogni caso, è notevole, sia perché conferma la netta tendenza di Amazon ad affermarsi come provider di servizi, sottolineando come la sua pervasiva identità di rivenditore sia più che altro funzionale a mitizzarne la brand image. Sia perché – considerando l’utenza potenziale sulla quale la creatura di Bezos può contare – non è improbabile che nei prossimi mesi la guerra all'ultimo checkout si faccia particolarmente aspra.
D’altronde, il lancio in Italia di New Money, la nuova campagna di comunicazione di PayPal (la prima integrata e globale dopo la quotazione in Borsa in qualità di azienda indipendente), mostra che il principale ostacolo all’avanzata di Amazon Payments gode ancora di ottima salute.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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