Per il secondo anno consecutivo, l’Ufficio Generale per la promozione del libro, della lettura e della letteratura spagnola ha realizzato – tramite l’
Observatorio de la Lectura y el Libro – un’indagine sulla prospettiva «digitale» degli editori presenti all’
edizione 2015 di LIBER, la fiera internazionale del libro di Madrid.
I risultati della ricerca, pubblicati recentemente con il titolo
«El libro digital: una aproximación a la realidad de las editoriales presentes en LIBER 2015» raccolgono e aggregano informazioni sulle idee e le strategie rispetto al comparto e-book di
oltre 130 editori, e confrontano le tendenze emerse con quelle evidenziate dall’analogo studio condotto l’anno scorso.
L’assetto generale che i dati certamente confermano è la coesistenza di prodotto cartaceo e digitale nelle prospettive del settore:
il 72, 5% degli editori ascoltati pubblica attualmente (anche) libri digitali – era il 68,4% nel 2014 – e la maggior parte lo fa da oltre un anno. L’11,5% non pubblica ancora e-book, ma immagina di cominciare a farlo nel giro dei prossimi due anni; mentre un 13% (era più del 14% l’anno precedente) non ha intenzione di introdurre pubblicazioni digitali nel proprio catalogo, essenzialmente perché ritenute non in linea con il progetto editoriale della casa editrice e perché non considerate sufficientemente remunerative (solo il 5% del fatturato globale del mercato spagnolo del libro risultava coperto, nel 2014, dagli e-book).
L’indagine 2015 rivela anche
una crescita della percentuale di titoli pubblicati esclusivamente in digitale: dal 18,3% del 2014 all’attuale 23,2%. Per quanto riguarda, invece, la segmentazione per generi, come nel 2014 sono i libri di scienze umane e sociali a venire più frequentemente pubblicati in formato digitale (oltre il 50% di tutti gli e-book), seguiti da quelli di letteratura (30,5% nel 2015, in aumento rispetto all’anno precendente) e di argomento tecnico/scientifico (26,3% nel 2015 contro il 31,2% del 2014). Sul versante formati,
cresce l’uso dell’ePub (dal 72% del 2014 al 77,9% del 2015)
e diminuisce quello del PDF (dal 64,5% al 55,8%) e del Mobi (dal 27,9% al 22,1%). Cala, rispetto al 2014, anche la pubblicazione di enriched e-book (dal 45,2% al 39%).
Sul fronte dei canali di vendita e distribuzione, invece, si segnala la tendenza da parte degli editori a percorre strade diverse pur di raggiungere i lettori: il 70,5% degli intervistati offre i propri e-book su canali differenti (sito dell’editore, piattaforme on line, librerie fisiche o digitali), contro il 57% del 2014.
Il canale più utilizzato rimane quello delle piattaforme di distribuzione digitale (84,2%), ma cresce significativamente la vendita in libreria (dal 24,7% al 41%). Quattro editori su dieci, inoltre, propongono sistemi alternativi alla vendita titolo per titolo: dai pacchetti tematici all’offerta congiunta di cartaceo e digitale.
Per tre editori su quattro la pubblicazione in digitale aiuta a raggiungere un pubblico di lettori (e compratori) diverso da quello del libro cartaceo; altre ragioni che spingono gli editori a dedicarsi agli e-book sono la possibilità di testare le potenzialità di un titolo prima di proporlo in versione cartacea, quella di superare i limiti del formato fisico esplorando le possibilità del digitale e poter riproporre opere antiche o fuori catalogo.
In relazione, invece, alla protezione del libro digitale,
quasi il 30% degli editori interpellati dichiara di non servirsene, giudicando inadeguate o troppo onerose le soluzioni attualmente disponibili. Dei sei editori su dieci che proteggono in qualche maniera i loro e-book, quasi la metà ricorre ai DRM.
In termini di mercato,
per la maggior parte degli autori sentiti gli e-book non coprono più del 10% della fatturazione globale della casa editrice. Interessante è notare che, nel passaggio dal 2014 al 2015, da un lato è diminuita di oltre 9 punti la percentuale degli editori che quantificano in meno del 10% l’incidenza delle vendite di libri digitali sul loro fatturato; dall’altro sono aumentati quelli che ritengono che il loro fatturato sia realizzato dal 10% al 50% attraverso la vendita di e-book (9,5%, contro i 7,5% del 2014).
Sebbene
con (molto) meno entusiasmo rispetto al 2014, gli editori spagnoli credono ancora nelle potenzialità del libro digitale: se dall’indagine passata emergeva che il 54,8% degli editori intervistati con in catalogo titoli digitali pensava, entro il 2020, di coprire con gli e-book una percentuale del proprio fatturato compresa tra il 10% e il 50%; nel 2015 è solo il 29,5% a ritenerlo ancora possibile. Cresce, invece, consistentemente la percentuale di quelli che pensano di poter ricavare dalla vendita di e-book una quota di fatturato pari al massimo al 10% (
dal 32,2% del 2014 al 50,5% del 2015) ed esiguamente quella degli editori che nel 2020 si aspettano di fatturare dal digitale più del 50% del totale (
dal 9,7% del 2014 al 10,5% del 2015).
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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