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Fiere e saloni

XXVI Feira Internacional del libro di Cuba, tra riavvicinamento e censura

di Camilla Pelizzoli notizia del 23 febbraio 2017

Luci e ombre per la XXVI edizione della fiera del libro di Cuba, conclusasi pochi giorni fa nella capitale e pronta al suo percorso itinerante per il resto dell’isola. Nonostante i molti segnali di apertura, primo fra tutti il ritorno della delegazione statunitense (accompagnata nuovamente da Publishers Weekly), non sono mancati episodi che hanno sollevato dubbi (più verso le disposizioni del governo che verso l’editoria cubana).

Sono state 46 le nazioni estere presenti con i loro libri e degli stand, e tra queste particolare risalto è stato dato al Canada, ospite d’onore di questa edizione. Isabelle Bérard, del Ministero degli esteri canadese, ha ringraziato Cuba per il «riconoscimento, con l’invito alla Fiera internazionale del libro, del rapporto bilaterale ininterrotto che c’è da più di 70 anni», aggiungendo che si tratta, per loro, di un grande onore. Il Canada è stato presente con diciotto case editrice e una selezione di trenta titoli, costruita per presentare al meglio la miscela di culture che costituiscono il Paese e le sue diverse origini (inglesi, francesi, native).

Anche il contingente americano ha potuto esporre dei titoli – ben 400, che si sono aggiunti ai 700 nuovi titoli che gli editori cubani hanno presentato durante la fiera – che tuttavia non erano disponibili alla vendita, a causa dell’embargo ancora attivo tra i due Paesi. I libri sono poi stati donati all’Istituto del libro di Cuba, alla fine della fiera all’Avana dai 31 editori e professionisti dell’editoria americani presenti. Già l’anno scorso, alla fine della XXV edizione, gli editori statunitensi avevano firmato e spedito una lettera al Congresso per chiedere l’abolizione dell’embargo, e lo sforzo è stato riconosciuto e apprezzato dall’ambiente editoriale cubano, come ha confermato il presidente dell’Istituto Juan Rodriguez Cabrera: «Vogliamo dire agli editori americani che hanno spedito la lettera al congresso chiedendo la rimozione dell’embargo che lo consideriamo un segno di solidarietà con gli editori cubani. L’embargo porta a minori opportunità di leggere scrittori americani. Dobbiamo cambiare questa situazione». E il sentimento è reciproco, stando alle parole di Ted Adams, CEO della casa editrice IDW Publishing, presente a Cuba: «I cittadini di Cuba sarebbero felici di leggere i nostri libri e io so che sarei felice di pubblicare i loro libri. […] È tempo che siano abbattuti questi muri economici».
La campagna è molto sentita dall’ambiente culturale cubano, tant’è che la fiera ha promosso l’hashtag #CubaVSBloqueo, per chiedere al governo di lavorare per riattivare il commercio con gli U.S.A.

Oltre alle proteste, però, si è dato molto spazio anche al ricordo della figura del Líder: oltre a ventiquattro titoli a lui dedicati disponibili tra gli stand, Fidel Castro è stato citato in pressoché ogni discorso ufficiale, soprattutto in quanto fondatore della manifestazione stessa.

La voce del governo, però, si è fatta sentire anche in altri modi. Sembrerebbe, da quanto riportato da alcune fonti tedesche, che dal padiglione della Germania siano stati sequestrati alcuni titoli dell’editore Christopher Links, dedicati alla rivoluzione cubana (Addio al mito. Sei decenni di rivoluzione cubana), alle Internazionali comuniste (Nostalgie internazionali. Ricordi della DDR dal Nicaragua al Vietnam) e a Fidel Castro (Oh, amato leader. Il culto della personalità nel XX e XXI secolo). Come si può evincere dai titoli, non erano libri favorevoli alla visione del regime, e l’editore tedesco ha affermato che si è trattato di un atto di vera e propria censura. La strada da fare per avere un’editoria cubana veramente libera, dunque, è ancora molto lunga.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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